Però l’evento, e la sua rielaborazione artistica, è attuale: e l’iniziativa di Rai Cultura di metterlo in onda su Rai5 il giorno 11 maggio prossimo giovedì – in due tappe, alle 21,15 e a seguire alle 22,15 – è ottima, e conferma la bontà della scelta delle registrazioni per le differite.
Si tratta del dramma in musica e dialetto veneziano “Aquagranda” di Filippo Perocco su libretto di Roberto Bianchin e Luigi Cerantola che, commissionato dal Teatro, ne ha inaugurato la stagione nel 50° anniversario dell’alluvione, vincendo poi nel marzo scorso il Premio Speciale della XXXVI edizione del prestigoso Premio della critica musicale Franco Abbiati 2017.
Il musicista Filippo Perocco
Sì, perche noi per ‘alluvione’ intendiamo tutti quella che devastò Firenze, quella per cui accorsero da ogni dove nella città-sinbolo dell’arte, gli ‘angeli del fango’, i volontari che strapparono alle onde malefiche dell’Arno (e pulirono dal fango alla prima) i preziosi libri delle biblioteche di Firenze. Ma ci fu anche una terribile alluvione, meno nota, proprio a Venezia: per cui il 4 novembre 1966 l’acqua alta in laguna giunse ai cm.194.
Il disastro toccò l’apice nell’isola di Pellestrina ed il protagonista della predetta opera musicale, peraltro reale ed allora venticinquenne, è Ernesto Ballarin: che dinanzi all’acqua giunta fino ai tetti delle case, dovette abbandonare in tempi inimmaginabili l’isola, con la famiglia e altre 3.000 persone. Lo scenografo di “Aquagranda”, il trentatreenne di Castelfranco Paolo Fantin, alla Fenice ha fatto precipitare in scena dall’alto un diluvio d’acqua – strappando il mestiere al grande Bernini, artista famoso per gli illusionismi scenici – creando effetti mirabolanti, con l’aiuto anche delle luci. E della musica: visto che Filippo Perocco ha immesso nella partitura rumori dell’esterno, dell’acqua, delle macerie e dei detriti che rotolano, ma anche nenie e canti marinareschi.
Damiano Michieletto
L’Orchestra del Teatro La Fenice è diretta dal raffinato Marco Angius, e la regìa è del discusso Damiano Michieletto: collaboratore costante della Fenice, come anche del Rossini Opera Festival, è convinto come pochi di dover togliere le ragnatele all’opera lirica, italiana e non, per cui non esita –anche tradendo il senso di un’opera – a ricorrere alle soluzioni registiche più disorientanti e ingrate, pur di sorprendere e lasciare il pubblico di stucco.
Ma l’opera di Bianchin-Cerantola e di Perocco nella sua integralità – trasmessa alle 22,15 – è preceduta alle 21,15 dal documentario “Aquagranda in crescendo” prodotto da Kama Productions col regista Giovanni Pellegrini. Questi non solo è tornato ai giorni terribili dell’alluvione, al terrore, ai disastri e alle fughe, ma ha seguito anche il farsi progressivo dell’opera musicale in teatro. Nel documentario infatti, oltre a curare la fotografia, egli ha seguito passo passo il regista Michieletto, lo scenografo Fantin, il compositore Perocco ed ha fatto parte di tutto lo staff sul palco, lasciandoci così un prezioso documento del ‘dietro le quinte’.