Alberto Angela spiega ai telespettatori in cosa consisterà il suo programma per poi ricordare: “Ogni generazione ha saputo creare, da 25 secoli, opere che l’Unesco giudica patrimonio dell’umanità, che però dobbiamo proteggere e regalare alle generazioni successive di tutto il pianeta“, ricorda. Un monito da tenere a mente.
Il viaggio comincia dall’analisi dell’ Ultima Cena realizzata da Leonardo da Vinci, conservato nell’ex-refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano. L’opera fu commissionata all’artista da Ludovico il Moro nel 1494. Alberto Angela spiega la genesi del dipinto e la sua composizione anche con l’ausilio di riprese ravvicinate e di giochi grafici.
Ed ecco anche la docufiction. Assistiamo ad una sorta di auto-confessione da parte dello stesso Ludovico il Moro, interpretato dall’attore Gianfranco Jannuzzo che spiega cosa succede dopo la realizzazione dell’opera e quale fu la sua sorte.
Un altro modo per spiegare ai telespettatori cosa abbia rappresentato Leonardo da Vinci nella cultura italiana viene da Philippe Leroy. L’attore francese interpretò l’artista fiorentino nello sceneggiato del 1971 La vita di Leonardo da Vinci. Il suo è un ricordo commosso, che rende gloria alla grandezza dell’inimitabile Leonardo. Breve, ma intensa la sua testimonianza.
Una voce narrante, quella di Francesco Pannofino, ci racconta brevemente la storia di Isola bella, sita sul Lago Maggiore. A colpire però, non sono tanto le parole, quanto la bellezza delle immagini e delle riprese, che immortalano l’intera zona a 360°. Un altro punto di forza dei programmi di Angela che anche qui possiamo riammirare. E il discorso è lo stesso per il forte di Fenestrelle in Piemonte. La bellezza delle musiche fa il resto, facendo immergere chi guarda nello spettacolo offerto dalle telecamere e dai droni.
Un’inquadratura dall’alto ci porta a Siena, seconda tappa della trasmissione. La prima tappa è la notissima piazza del Campo, teatro del Palio cittadino, divisa in nove spicchi. Alberto Angela si sposta tra le vie della città e raggiunge il Palazzo Pubblico, sede del governo della città nel 1300. Qui abbondano dipinti e affreschi.
Un figlio illustre della città toscana è Cecco Angiolieri. Il poeta visse tra il 1260 e il 1213: ad interpretarlo è un altro volto noto della tv e del teatro italiano, Cesare Bocci. L’attore marchigiano è impegnato in questo periodo in un programma per certi versi simili a quelli di Alberto Angela, “Segreti, i misteri della storia” su Tv2000.
Un altro patrimonio mondiale dell’umanità, riconosciuto nel 2003, è la Val d’Orcia, un’ampia valle che comprende parte della provincia senese. Anche in questo caso a mostrarcela sono riprese aeree, corroborate dalla voce di Francesco Pannofino. Si tratta di un intermezzo rapido, poi Angela ritorna a concentrarsi sulla storia di Siena nel periodo medioevale.
A proposito di contrade e di Palio, Gianna Nannini rivela di essere nata in quella dell’Oca. La cantante attualmente vive tra Milano e Londra, ma ricorda sempre con grande emozione la sua città. “A lei mi lega la terra e il vino“, dice.
La tappa successiva del viaggio a Siena è il Duomo, esempio di costruzione romanica. All’interno dell’edificio religioso si trovano, tra le tante opere d’arte, 56 tarsie piazzati sul pavimento. Si tratta di una sorta di quadri, che raffigurano volti umani o anche paesaggi. Vennero realizzate tra il 1600 e il 1800. Una fu firmata dal Pinturicchio. C’è spazio anche per la bella località di Pienza, in Val d’Orcia: la cittadina dal 1996 è considerata patrimonio mondiale dell’umanità.
Alberto Angela svela che si sarebbe dovuta costruire un’altra cattedrale, ma nel 1300 a causa della peste i lavori furono interrotti ed oggi di quel progetto resta solo la facciata, che i senesi chiamano “il facciatone”. Gianna Nannini ritorna in video per spiegare ancora una volta il suo legame con la città natia.
Il conduttore si sposta all’interno di Palazzo Piccolomini, dove si trova l’archivio di stato della città, ricco di volumi che aiutano a ricostruire la storia di Siena. Ci sono tomi, come la Costituzione della Repubblica locale, che risalgono addirittura a 7 secoli fa, e non furono scritti in latino, bensì in volgare. Tra i documenti presenti anche un testamento di Giovanni Boccaccio. Terminato il viaggio a Siena, Pannofino in voce fuori campo continua a farci scoprire altre meraviglie italiane, tra cui la laguna veneta.
L’ultima tappa della puntata odierna è Agrigento con la sua valle dei templi. Ovviamente, Alberto Angela comincia dal tempio della Concordia, edificato in età greca. All’inizio non assumeva la colorazione ocra come lo vediamo adesso, ma era bianco. Si tratta dell’unica struttura del genere rimasta intatto in zona, perché in età romana venne trasformato in una chiesa. Simile al tempio della Concordia è quello di Giunone, lungo la cinta muraria dell’antica Akragas, nucleo originario della città siciliana. Costruire edifici sacri in prossimità della cinta muraria costituiva una sorta di ulteriore protezione da assalti nemici.
Ultimo “testimonial vip” di serata è Andrea Camilleri. L’autore del Commissario Montalbano racconta la sua gioventù trascorsa fra passeggiate ed escursioni nella zona dei templi, “che al chiarore della Luna diventavano al contempo presenti e lontanissimi nel tempo“.
Alberto Angela spiega la storia di Akragas, fiorente soprattutto in età romana a causa della sua posizione strategica: divenne un punto di riferimento anche per gli scambi commerciali. L’escursione tra i resti dell’originaria Agrigento continuano, aiutati sia dalle spiegazioni del conduttore che ricostruisce il contesto in cui vennero costruite, ma soprattutto dalle immagini che rendono più chiare al telespettatore le idee.
Un altro personaggio televisivo presta il volto per interpretare un personaggio storico: Giorgio Colangeli è Empedocle, filosofo e politico vissuto ad Agrigento nel V secolo a.C. Molto coinvolgente la sua interpretazione.
Si parlava dei templi distrutti nella Valle: stavolta Angela ci racconta la sorte toccata a quello di Giove, che doveva essere il monumento dorico più grande di tutto l’Occidente fino ad allora conosciuto. La trasmissione ne ricostruisce con la grafica 3D la struttura originaria, mentre nella zona delle rovine è presente una statua gigantesca che doveva essere presente nell’edificio: la sua altezza è addirittura di 7 metri. Altre 37 uguali si trovavano fra le colonne, che raggiungevano l’altezza record di 18 m. Nel museo archeologico nazionale cittadino ci sono alcuni tesori provenienti proprio da questo tempio, insieme a tanti altri ritrovamenti dell’età antica.
Termina qui la prima puntata di Meraviglie – La penisola dei tesori. Nella prossima si partirà dalla Reggia di Caserta (con Tony Servillo intervistato), poi si andrà nelle Langhe (con testimonial Paolo Conte), per poi concludere il viaggio ad Assisi. Per l’occasione sarà Monica Bellucci a raccontare il suo legame con la città umbra.
Domani l’Auditel darà il suo responso in termini numerici, ma qualitativamente il nuovo programma di Alberto Angela si attesta su livelli altissimi, come fortunatamente prevedibile. La narrazione della storia è variegata, il telespettatore è invogliato a seguire la trasmissione grazie a una serie di stimoli: il racconto sempre chiaro e pacato del conduttore, che con termini semplici opera ricostruzioni complesse; l’ausilio della docufiction con la presenza di attori molto conosciuti che interpretano personaggi emblematici, simboli delle città protagoniste; la testimonianza di figli illustri di queste “meraviglie”, volti dello spettacolo molto noti che con brevi commenti spezzano il ritmo e danno un punto di vista soggettivo ed originale sulla città in cui sono nati e cresciuti.
Soprattutto, però, a fare la differenza sono le immagini. Riprese dall’alto, aeree, con droni: c’è tutto per coinvolgere il telespettatore e fargli respirare con prospettive diverse la bellezza dei luoghi raccontati. Meraviglie – La penisola dei tesori è un esperimento televisivamente funzionante per questi quattro aspetti, ed è già un peccato pensare che questo programma andrà in onda per sole altre tre puntate.