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Iniziamo dalla trasmissione domenicale di Annalisa Bruchi, che dopo aver raccolto indici d’ascolto minimi, cambierà collocazione a partire da giovedì 8 dicembre. Inizialmente proposta a Nicola Porro, mancato l’accordo finale, la trasmissione non ha goduto di una buona stella.
Domenica scorsa, 27 novembre, il rotocalco era stato sostituito da una puntata di Squadra Speciale Cobra 11, che ha ottenuto il 3,4% di share con 765mila spettatori: la domenica precedente, 20 novembre, Sunday Tabloid era riuscito a racimolare appena il 2,2% e 489mila telespettatori. Ma talvolta non aveva raggiunto nemmeno il 2% trasmissione perciò, andrà in onda l’8 in seconda serata con il nome di Night Tabloid, subito dopo Nemo. Ma siamo nel campo delle ipotesi, in uno scacchiere del palinsesto tuttora molto incerto.
L’assunto di base infatti, è cercare di riuscire a portare avanti Nemo per qualche altra settimana, almeno fino a quando non sarà tempo di alberi di Natale e presepi. C’è però anche la possibilità che il programma condotto da Enrico Lucci e Valentina Petrini venga fermato prima: perché nonostante lo stop di una settimana per ripensarlo e migliorarlo, i telespettatori hanno continuato a veleggiare altrove. Salito al 3,7% dopo una settimana di assenza, è comunque sceso al 3,3%: briciole per una prima serata, dove si perdono consistenti investimenti pubblicitari. E il problema non era relativo alla scelta del mercoledì sera per Rai 2: Rocco Schiavone, che certo è fiction dunque altro, è comunque riuscito a raggiungere abbondantemente le due cifre di share, laddove invece Nemo si attestava intorno al 3%. Insomma, erano proprio i contenuti di Nemo a far cambiare canale alle persone. Probabilmente non convinte da queste due componenti, studio e servizi, che non si fondevano bene tra loro: va detto anche che, sebbene venisse promosso come linguaggio innovativo, si facevano sentire gli echi de Le Iene migliori.
A poco sono serviti gli endorsement celebri su Twitter, uno su tutti: Lorenzo Cherubini, che ne tessevano le lodi. Addetti ai lavori più o meno noti hanno influito ben poco: la posizione in trending topic ha invece dimostrato, una volta in più, quanto la “nicchia” della social tv vada intesa come realtà a sé, scollegata dalla più vasta platea generalista.
Ad ogni modo, l’esperimento di Alessandro Sortino non è andato come speravano a Rai 2. Nessuno lo dice ancora ad alta voce, ma pare sia solo questione di tempo.
Un bell’articolo fatto di ipotesi, rumors e voci di corridoio più o meno accreditate. Quindi un bell’articolo sul nulla.
O magari, visto che questo sito è una testata giornalistica, un pezzo basato su nostre fonti che rimangono segrete per motivi vari. Quindi un bell’articolo su una situazione in divenire, come del resto è scritto chiaramente nel pezzo.
Un saluto,
Irene Natali