“L’obiettivo iniziale era raccontare l’adolescenza e i ragazzi in generale, attraverso il filtro della malattia, partendo dal presupposto che la malattia è una cosa che capita, ma non definisce una persona” spiega. “Poi durante le riprese abbiamo capito che la responsabilità era più ampia. Dovevamo rompere un tabù: portare in tv le storie di ragazzi affetti da malattie importanti, con la vita rischio, situazioni che si tendono a nascondere più che a condividere. Molti ragazzi infatti, ci hanno raccontato che alcuni amici si sono allontanati da loro, perché è faticoso stare vicini al dolore”, ha detto la Ercolani.
Presente anche il presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, Mariella Enoc che ha aggiunto: “La preoccupazione che avevamo era che il documentario fosse interpretato come un progetto per farci pubblicità, poi mi sono convinta ad andare avanti, perché l’obiettivo era far sapere a tutti che la malattia oggi può essere vinta e che c’è sempre una speranza. Aiutati dai medici e dalle loro famiglie questi ragazzi hanno mostrato a tutti i giovani, anche a quelli che si lasciano andare, che la vita lascia sempre una seconda opportunità”.
Ercolani ha poi annunciato che la seconda edizione de ‘I Ragazzi del Bambino Gesù”, arriverà a fine aprile 2018 sempre su Raitre, promossa in prima serata. La nuova serie si aggiunge ad altre produzioni firmate Stand By Me ai nastri di partenza, tra cui il programma di Raiuno “La vita è una figata” condotto da Bebe Vio e una nuova serie, che andrà in onda a gennaio, realizzata per Disney e Rai Gulp in cui si raccontano le storie di due sorelle e di un gruppo di ragazzi.
“Per la nuova edizione dei I Ragazzi del Bambino Gesù – ha concluso la produttrice – stiamo lavorando anche per il mercato estero, perché l’Ospedale Bambino Gesù è un realtà internazionale. Il presidente dell’ospedale Mariella Enoc ed io siamo appena tornate da un viaggio nella Repubblica Centraficana, paese più povero del mondo, dove stanno appunto costruendo un nuovo ospedale e cercheremo di inserire anche questa esperienza nella seconda edizione”.
Nel corso della Masterclass è intervenuta anche Letizia, tra i protagonisti del documentario ed ex giurata del Giffoni. “Quando ci rivediamo sugli schermi – ha dichiarato – capiamo in che modo ci vedono gli altri. Ciò che vogliamo comunicare non è la malattia in sé, ma la forza nella malattia e se siamo riusciti a portare questa parola ne siamo orgogliosi”.
E in merito alla sua esperienza al Giffoni Experience ha aggiunto: “Sono stata giurata per tanti anni, dall’età di 3 anni: per via della malattia sono stata costretta a trasferirmi a Roma e a stare lontana dal Giffoni per 4 anni. Con gli amici del Giffoni non ci sentivamo tutti i giorni ma le amicizie nate e cresciute al Festival continuano ancora oggi”. “Qui cresci fisicamente e culturalmente” – prosegue mentre il direttore Gubitosi le assicura che il prossimo anno sarà di nuovo in giuria