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Senior vs Junior
Il tema centrale della puntata di Report di questa sera, lunedì 6 novembre, sembra quasi una provocazione sociale, eppure Sigfrido Ranucci non poteva scegliere tema più attuale di questo. Vi siete mai chiesti come sarà il nostro futuro? Intendiamo parlare del nostro futuro da “vecchi”. E’ possibile pianificare tutto quello che ci capiterà tra venti o trent’anni quando si è ancora giovani, e pensare per tempo a come ci potremo mantenere quando saremo avanti negli anni? E’ vero che ogni paese si prepara a proprio modo a risolvere un problema di non facile soluzione? Sapevate che in America molti senior vendono la propria casa e si trasferiscono in Florida in cerca di un clima ideale per la propria vecchiaia? –“Questa è la nostra ricompensa per aver passato una vita a prenderci cura di tutti, adesso è il nostro turno”–
E sapevate che ci sono intere comunità esclusivamente create per gli over 55, vietate ai bambini e con strutture attrezzate per chi ha problemi fisici e motori di qualunque tipo? Pensate che in Giappone si sperimentano già oggi “comunità aperte di anziani”, finanziate da tutti con l’assicurazione obbligatoria e al posto dei badanti si sperimenta l’uso corrente dei robot.
E in Italia cosa accade? Badate bene, noi siamo il paese più vecchio in Europa: nel 2016 la popolazione dei senior (55 – 74 anni) ha superato quella dei giovani adulti (15 – 34 anni) di oltre un milione e mezzo. Paghiamo forti tasse e contributi previdenziali per far quadrare i conti, ci siamo imposti di rimanere al lavoro più a lungo, ma non facciamo nulla per garantire un invecchiamento attivo. In Germania, invece, il sistema si fa carico delle persone anziane vittime di demenza e disabilità e persino le grandi aziende già ora prevedono per i dipendenti senior programmi di ginnastica e fisioterapia sul posto di lavoro. E da noi? Oltre a scaricare il peso dell’assistenza dell’anziano sui familiari, che altro si potrebbe fare?
La scatola nera
Avete mai avuto l’impressione, facendo acquisti online, che il prezzo del prodotto che state guardando continui a cambiare un po’ troppo spesso? E quel viaggio che volete prenotare, com’è che sul vostro monitor compare tutt’altra cifra rispetto a quella che risulta, per lo stesso viaggio, al vostro amico sul suo smartphone? Non sarà che ci stanno creando intorno una gabbia di prezzi personalizzati perché, a forza di tracciare le nostre abitudini, hanno capito quanto ciascuno di noi può spendere? Succede ogni volta che ci connettiamo in rete: algoritmi intelligenti usano le informazioni che seminiamo per proporci quello che desideriamo.
Ma come gli algoritmi processino le informazioni che raccolgono, non è dato saperlo, è un segreto chiuso dentro una scatola nera. E quando la scatola nera funziona male, chi paga? Un insegnante spedito a lavorare chissà dove, un pendolare che ha strapagato per anni l’abbonamento del treno, un imputato condannato perché l’algoritmo è razzista. Ma c’è anche chi ci guadagna: Renaissance Technologies è un leggendario hedge fund americano, il suo fondo Medallion, riservato ai soli dipendenti, è “la più grande macchina da soldi della storia della finanza” e anche la più enigmatica. Chi ci ha investito mille dollari all’inizio adesso si ritrova 14 milioni. Qual è il segreto che gli consente di prevedere il futuro o indovinare i nostri gusti?
Il caso Fipronil
Mentre sugli scaffali dei supermercati le uova scarseggiano e i prezzi subiscono un rincaro del 20%, negli allevamenti di mezza Europa continuano le operazioni necessarie a decontaminare i capannoni dal Fipronil, l’antiparassitario usato contro le pulci di cani e gatti ma vietato se gli animali sono destinati alla catena alimentare. Report è andato sulle tracce di Mister Fipronil, che con il suo Dega16 ha contaminato milioni di uova e messo in crisi l’Europa, bypassando un sistema di controlli che tra Belgio e Olanda, si è attivato con un anno di ritardo.
Siamo tutti geni
Presto potremmo dire addio alle punture di zanzara. Un genetista italiano è riuscito a modificare geneticamente l’insetto più odiato delle nostre estati, allo scopo di eliminare per sempre la malaria in Africa. Attraverso l’ingegneria genetica, si può manipolare il DNA di qualsiasi essere vivente, compresi gli esseri umani. Intervenendo su un embrione è possibile modificare il colore dei capelli di un nascituro, ma anche curare malattie e iniettare geni che lo renderanno immune a Parkinson, Alzheimer e HIV.Come possiamo capire qual è il limite? E, soprattutto, esiste davvero un limite?