Il terzo indizio – il caso di Sarah Scazzi
La prima vicenda che apre il ciclo di puntate riguarda Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana (Taranto), scomparsa nel nulla nel pomeriggio del 26 agosto 2010. Un mese e mezzo dopo il corpo della ragazzina viene trovato in un pozzo, in aperta campagna. Saranno i giudici a stabilire che Sarah è stata uccisa dalla zia Cosima e dalla cugina Sabrina, mentre lo zio Michele Misseri è colpevole di concorso in soppressione di cadavere. Le due donne sono state condannate all’ergastolo. Misseri a otto anni di reclusione.
La drammatica storia viene ricostruita da “Il terzo indizio” attraverso una docu- fiction, la prima realizzata su questo giallo.
Per la realizzazione del filmato ci sono volute due settimane di riprese (nel cuore del Salento, tra il centro storico di Manduria, a pochi chilometri da Avetrana, e la spiaggia di Torre Colimena, sempre in provincia di Taranto); otto attori protagonisti provenienti dalle principali compagnie teatrali del Salento; più di cinquanta comparse. Per le riprese sono state utilizzate telecamere HD, droni e camere subacquee.
Retequattro ha voluto ricordare la piccola Sarah attraverso una serie di particolari. Ad esempio la colonna sonora è stata studiata per essere fedele alla realtà: sono stati scelti gli artisti e le hit più amati da Sarah, oltre ai brani più popolari durante l’estate 2010.
In particolare, il racconto de “Il terzo indizio” si concentra sul contesto che ha portato al delitto. La ricostruzione degli ultimi mesi di vita di Sarah è arricchita da immagini inedite delle due famiglie e da interviste ai congiunti e agli avvocati delle persone coinvolte, oltre che ai giornalisti che in quei giorni raccontavano un dramma che in breve tempo divenne proprio di tutto il Paese.
Il programma a cura di Siria Magri, già ideatrice e curatrice di “Quarto Grado”, continua l’impegno nella campagna contro la violenza domestica, in particolare quella sulle donne. Una mission propria anche di Barbara De Rossi, che da anni compie un costante lavoro in prima persona per aiutare, in maniera concreta, le vittime di stalking e abusi.
La storia di Sarah Scazzi
È il primo pomeriggio del 26 agosto, Sarah Scazzi esce di casa per andare a casa degli zii e della cugina Sabrina. Solo poche centinaia di metri a piedi, ma la ragazza svanisce nel nulla. La madre ne denuncia la scomparsa dopo qualche ora.
Per oltre un mese, le ricerche battono tutta la zona e non solo: le tv scoprono il caso e lo raccontano in diretta, seguendo minuto per minuto tutto quello che succede e creando una enorme eco mediatica su Avetrana, tanto che le segnalazioni si moltiplicano da nord a sud dell’Italia. Ma di Sarah nessuna traccia.
Il 6 ottobre la svolta: dopo un lungo interrogatorio, lo zio Michele Misseri confessa il delitto e indica agli inquirenti il luogo in cui è sepolto il corpo. Nei giorni a seguire, l’uomo ritratta la propria versione. Gli investigatori lo mettono ulteriormente sotto pressione e Misseri coinvolge nell’esecuzione dell’omicidio la figlia Sabrina, che viene arrestata pochi giorni dopo. Tra altre confessioni e nuove ritrattazioni, l’inchiesta diventa sempre più complicata e misteriosa. Nel maggio dell’anno seguente, finisce in manette anche Cosima Serrano, moglie di Michele e madre di Sabrina.
La vicenda processuale è lunga e intricata, le persone coinvolte sono numerose. Per i personaggi principali di questa storia, però, le condanne sono uguali in tutti e tre i gradi di giudizio: le colpevoli dell’omicidio sono Cosima e Sabrina, alle quali viene inflitta la pena dell’ergastolo. Michele viene giudicato colpevole di concorso in soppressione di cadavere, per lui 8 anni di reclusione.