Com’è nata l’idea della diretta tv?
Io sono sempre stato un fan di “Musicultura” e quest’anno sono veramente soddisfatto dell’approdo su Rai 1 grazie al coinvolgimento del direttore Andrea Fabiano. Abbiamo dovuto adattare, nel format televisivo di un’ora e mezzo, un evento che ha una durata molto più lunga.
Ha avuto modo di conoscere i finalisti del programma?
Li incontrerò domani, finora ho ascoltato le loro canzoni. Sono ragazzi di una grande validità artistica che hanno molto da dire nel panorama musicale italiano. Arrivare su quel palcoscenico è, per loro, un grande riconoscimento.
Come sarà organizzata la diretta?
Saremo incastrati tra lo speciale di “Techetechetè” dedicato agli 80 anni di Renzo Arbore e gli altri speciali elettorali sulle elezioni amministrative che seguiranno su Rai 1.
Qual è stato il suo contributo per “Musicultura”?
Innanzitutto sono anni che mi auguro l’arrivo in tv almeno della finale di “Musicultura”. E’ un esperimento anche per me, ma lavorando con una squadra di cui mi fido, non mi fa paura dal punto di vista professionale. Date le tempistiche ristrette, dobbiamo essere bravi a darne una versione più dinamica, ma questo non mortificherà “Musicultura”.
Che cosa prevede il futuro su Rai 1 per Fabrizio Frizzi?
Da quello che ho sentito, dovrei tornare di nuovo al timone de “L’Eredità”, ma naturalmente la certezza assoluta la avremo soltanto il 28 giugno in occasione della presentazione dei palinsesti delle tre reti Rai.
E’ soddisfatto della sua conduzione nel game show preserale della prima rete?
“L’Eredità” è stato sempre uno dei successi di Rai 1. E’ sempre riuscito ad avere la meglio sulla concorrenza. E’ un quiz di grande appeal sul pubblico che è riuscito a rinnovarsi di anno in anno.
Oltre “L’Eredità”, ci sono dei progetti in prima serata?
Attualmente sono concentrato sulle certezze televisive che mi riguardano. Tutto il resto si vedrà. Io sono sempre stato al servizio dell’azienda e addirittura, una volta, ho rinunciato ad un’offerta milionaria per cambiare casacca.
Di che si tratta?
All’epoca della Fininvest con Silvio Berlusconi a capo della televisione commerciale, mi fu offerto un mega contratto per passare a Mediaset. Io ho avuto il coraggio di rifiutare. Vale anche per me quello che ha detto il collega Carlo Conti: fin quando sarò un valore per la Rai, io sarò orgoglioso e rimango.
Ma la Rai di oggi è differente da quella di un tempo secondo la sua lunga e prestigiosa carriera?
C’è stato un periodo in cui l’azienda sembrava non essere interessata a proteggere le proprie star. Oggi tutto è cambiato e la Rai dimostra una grande considerazione per i suoi personaggi di punta, sempre impegnati a dare il meglio. Ed io sono fra questi. Sono certo che la Rai si prepara ad un grande autunno televisivo perché noto tanto fermento e tanto desiderio di rinascita e di qualità.
Quanto è importante l’inserimento di “Musicultura” nella Rai come servizio pubblico?
E’ un primo passo molto significativo che si inserisce nella vocazione dell’azienda di viale Mazzini di informare e offrire un intrattenimento di grande spessore. Sull’esperimento di quest’anno si può costruire il futuro di domani per “Musicultura”.