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Si inizia dall’anteprima con Andrea Salerno e Zoro in giro per Roma in vespa. Le immagini di ieri sera ci portono in vari comitati elettorali, e all’interno dello studio di Enrico Mentana e della sua maratona televisiva. Si torna in studio con l’assolo alla tromba di Fabrizio Bosso.
In prima fila gli opinionisti di sempre Marco Damilano, giornalista de L’Espresso inizia con il suo Spiegone; dopo uno sfottò per la sua partecipazione alla maratona televisiva di La7, ha solo un ora di sonno, di ieri/oggi. Serietà e sarcasmo partendo dai segni zodiacali.
Dietro le telecamere c’è anche Enrico Mentana, che puntualmente viene coinvolto, anche senza microfono. Da un Tg, all’altro in diretta da Palazzo Chigi, Missouri 4 trasmette il suo Tg Bello.
Come ogni telegiornale che si rispetti ecco anche i servizi: prima da Ciampino per il rientro del Marò Salvatore Girone, poi a Piazza Venezia per la Festa della Repubblica dove ottiene una preziosa stretta di Mano dal Premier Matteo Renzi.
Arriva la vendetta di Zoro, con la trasmissione di tutte le gaffe e i servizi andati male del Tg Bello da Ciampino. La perla assoluta è quella del Ministro della Difesa Roberta Binotti (ndr il cognome corretto è Pinotti). La sigla di questa sera è La forza della vita cantata live dallo stesso Paolo Vallesi.
Si parte da una Social Top ten. La prima vittima è Giorgia Meloni, che il giorno prima delle votazioni aveva pubblicato un tweet in cui dormiva con il suo gatto; e l’utente sarcastico: “Hai sognato di vincere?“. Subito dopo carrellate di tutte le foto dei candidati.
Ok, da questa Social Top Ten abbiamo capito che alcuni politici hanno il tweet molto facile. Il numero uno è la foto di una scheda elettorale con la preferenza di Diego Bianchi: “Sapevamo che sarebbe successo, ma è per un municipio e non va bene“.
Bello il rientro con i “fumetti” che vedono protagonista il Premier Matteo Renzi. Primo servizio: Andrea Salerno e Zoro sono andati all’Auditorium della Conciliazione dove Roberto Giachetti, insieme a Renzi, ha chiuso al sua campagna elettorale.
Gli infausti presagi c’erano tutti: la serata è stata aperta dal conduttore Renzi, a cui non funziona il microfono. Il Premier tira stilettate al M5S e elogia Roberto Gichetti per la sua spontaneità, definendolo il “Prossimo sindaco di Roma“. L’opinioista Francesca Schianchi ci ricorda come fare eventi al chiuso porti storicamente male.
Passiamo al Movimento Cinque Stelle. In modo classico Virginia Raggi ha chiuso la propria campagna elettorale a Piazza del Popolo. Sul palco persino Dario Fo, che cerca Beppe Grillo. Il tutto appare studiato e preparato nel dettaglio, come si faceva una volta. Immancabile Luigi Di Maio.
Il giro per l’Italia prosegue a Napoli, con il candidato Luigi De Magistris che canta Bella Ciao in mezzo a trans e omosessuali al Gay Pride. Nel capoluogo campano c’è anche un incredibile gazebo di Ala. Il tempo di un pranzo ed è sostituito da quello di Lettieri. Nella passeggiata elettorale il candidato Pd Valeria Valente, non viene fermata da quasi nessuno.
Arriva il turno di Gianni Lettieri, il candidato del centrodestra. Tutta la destra unita in questo caso, come dimostra il saluto fascista tra il pubblico. Arriva Silvio Berlusconi, ma nonostante le battute di Zoro, questa parte si prolunga troppo e perde di efficacia.
Si vola in Lombardia, a Milano, con una pillola di Giuseppe Sala, candidato di centrosinistra. Il Premier Renzi si trasforma in cantante sulle note di O mia bela Madunina. Alla chiusura della campagna elettorale di Stefano Parisi, Silvio Berlusconi manda un videomessaggio, essendo a Ostia con Alfio Marchini, e questo scatena Ignazio La Russa.
In collegamento da Lampedusa, Giusi Nicolini, il primo cittadino della città siciliana. Non si può che partire dal problema dell‘immigrazione, prima di passare ad alcuni consigli per chi tra due settimane diventerà sindaco delle proprie città.
Arriva il momento di Roberto Saviano che aiuta in un video Zoro a fare il tutorial sul non voto in alcuni comuni. La richiesta è quella di essere competente ma più leggero, e la speranza è che ci riesca. Il comune di San Luca è la mamma della ndrangheta.
Spazio complesso, forse troppo, per il tipo di format. Belli, moderni e utili invece gli schemi e schizzi di Makkox, dietro l’intellettuale campano. Il più impensabile dei partiti infiltrabili dalla mafia era a Brescello. Si ritorna in studio con il commento di Marco Damilano, che parla di compravendita di voti e speranza riposta nell’atto di votare.
Arrivano i ringraziamenti di rito perchè la stagione di quest’anno di Gazebo termina qui. La sintesi della stagione è affidata a Makkox. Zoro e la sua banda vi da appuntamento al prossimo anno.