Indice dei contenuti
- 1 {module Pubblicità dentro articolo 2}
- 2 Un nuovo programma di musica nella prima serata di Rai1. Non è un azzardo?
- 3 Quale tipo di pubblico tentate di coinvolgere?
- 4
- 5 Lei è stato al timone di “Reazione a catena”, il quiz campione di ascolti in estate. Perché, secondo lei, ha avuto tanto successo?
- 6 {module Pubblicità dentro articolo 2}
- 7 Sente nostalgia per “L’Eredità” di cui è stato il primo conduttore?
- 8 Che le riserva adesso il futuro?
- 9 {module Pubblicità dentro articolo}
- 10 Quale?
É lo stesso Amadeus, dopo l’anticipazione da noi fatta del programma, a raccontarci l’essenza di Music Quiz e a parlarci di particolari della sua carriera.
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Un nuovo programma di musica nella prima serata di Rai1. Non è un azzardo?
Innanzitutto il programma è un esperimento che porta per la prima volta il quiz musicale sul prime time della prima rete. È un format sperimentale ispirato al francese “The Big Music Quiz Show” che ha avuto molto successo ed è stato acquistato da molte tv straniere. Il nostro però è un rischio calcolato, il programma va in onda nel periodo giusto per un gioco musicale e soprattutto siamo fuori garanzia. Io personalmente sono molto curioso di vedere come reagisce il pubblico di Rai1 dinanzi a questo divertimento in musica.
Quale tipo di pubblico tentate di coinvolgere?
Miriamo soprattutto ad un pubblico trasversale fatto di piccoli e grandi. Per come è organizzato Music Quiz potrebbe essere considerato una sorta di “Rischiatutto” della musica. Infatti i partecipanti dovranno affrontare prove sempre basate su canzoni quasi sempre rielaborate in maniera da renderle irriconoscibili. Insomma la musica diventa un gioco, un vero e proprio divertissement come lo era stato ad esempio “Stasera tutto è possibile”.
Lei è stato al timone di “Reazione a catena”, il quiz campione di ascolti in estate. Perché, secondo lei, ha avuto tanto successo?
Reazione a catena ha una sua forza. In 10 anni è stato in grado di rinnovarsi pur rimanendo fermo lo schema sul quale si basa.
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Sente nostalgia per “L’Eredità” di cui è stato il primo conduttore?
Assolutamente no, non ho mai nostalgia per i programmi fatti in passato, rimangono nella mia carriera come passi importanti, ma guardo sempre al futuro.
Che le riserva adesso il futuro?
Io amo moltissimo la tv nel mondo, mi piace vedere come gli altri popoli si comportano dinanzi al piccolo schermo. E amo soprattutto i format. All’estero ce ne sono moltissimi che potrebbero essere portati in Italia e riadattati alle esigenze della tv di casa nostra. Il preserale fuori confine dura al massimo 30 minuti. In Italia invece bisogna quasi sempre allungare i format. Ma c’è anche un’altra abitudine delle televisioni straniere che noi non abbiamo.
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Quale?
All’estero non buttano via nulla del mondo della tv. Se si sperimenta un format, lo si manda in onda per alcune puntate pilota per testarne il gradimento. Poi lo si lascia riposare per due o tre anni nel corso dei quali viene sottoposto a revisione accurata e successivamente lo si ripropone al pubblico.