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È nel 1965 la nascita di “Noi siamo i giovani”, serie-spot nata per pubblicizzare una nota acqua che ha lo stesso nome di una località termale del Centro Italia. Anche Ruggero Deodato, famoso regista di film horror, si è cimentato con le pubblicità trasmesse in “Carosello”: tra queste uno spot che vide protagonista Ferruccio Amendola, padre di Claudio. La prima serie di “Carosello” ispirata ai fumetti fu “Mister X”: era il 1967. Armando Testa inventò i personaggi del pianeta “Papalla”, dei simpatici pupazzi a forma di sfera, pubblicizzando una marca di elettrodomestici.
Tra i protagonisti de i “Caroselli” ci fu anche Totò: ne viene mostrato uno del 1967, anno in cui il Principe della risata morì. Reclamizzava un dado per brodi. Alla sua morte fu Aldo Fabrizi a prendere il suo posto. Altri filmati sono andati perduti. Nelle varie pubblicità che vengono mostrate, sono tanti quelle sotto forma di cartone animato, per attirare anche un pubblico di bambini. Franco Franchi e Ciccio Ingrassia furono scritturati per una pubblicità di una cera. Il loro cachet era alto: 6 milioni, che a detta del regista sperperavano in pochissimo tempo.
Famosissima la réclame con Ernesto Calindri che beveva seduto ad un tavolino un famoso liquore a base di carciofo, grazie al quale combatteva “il logorio della vita moderna”. Ma anche altri volti noti si prestavano alla pubblicità, come Terence Hill e Patty Pravo. Anche Sandra Mondaini e Raimondo Vianello furono in video per la campagna pubblicitaria di una marca di whiskey italiana. L’attrice Carla Gravina si rese protagonista del primo “Carosello” girato all’estero, più precisamente a New York.
Nel lungo elenco di filmati mandati in onda, c’è anche spazio per Solvi Stubing, nota per aver prestato il volto alla pubblicità di una marca di birra nostrana: l’attrice tedesca è scomparsa recentemente, lo scorso 3 luglio. Una vera chicca è rappresentata da un video in cui Orson Welles viene provinato per lo spot di un whiskey: il regista di “Quarto potere” parlava in italiano. Peccato però che la pubblicità non andò mai in onda.
A seguito della strage di Piazza Fontana, nel 1969, il programma venne sospeso per tre giorni. Tra i testimonial di prodotti da reclamizzare non poteva mancare Mina, a più riprese coinvolta in varie campagne durante i vent’anni di messa in onda del format. Per una birra tedesca invece fu Mike Bongiorno insieme a Sabina Ciuffini a fare da testimonial.
Massimo Ranieri fu il volto della campagna pubblicitaria di una marca di pasta molto nota anche Oltralpe, mentre scopriamo che anche Tinto Brass si è occupato di realizzare alcuni spot. Invece Raffaella Carrà, con il suo “Tuca-tuca”, si cimentò in una pubblicità per una compagnia petrolifera. Paolo Villaggio fu inoltre ingaggiato da una famosa marca di superalcolici. Per quanto concerne le star internazionali, nel 1974 Yul Brynner.
Resta negli annali della storia della televisione l’episodio che coinvolse Mike Bongiorno nel 1976. All’epoca pubblicizzava una grappa e per la realizzazione di uno spot rischiò la vita, rimanendo bloccato per alcune ore sulla vetta del Monte Cervino. Per l’occasione viene mostrata un’intervista che rilasciò ad Ambra alcuni anni fa.
Nel 1976 la Corte Costituzionale sbloccò il monopolio Rai sulla pubblicità, dando la possibilità anche alle neonate emittenti commerciali di trasmettere spot. È l’inizio del declino, che porterà al 1977 alla chiusura del programma cui corrispose anche la fine delle attività di numerose case di produzione specializzate nella realizzazione di spot.
Termina qui “Stracult – Speciale Carosello”.