La scelta rappresenta un ritorno agli anni d’oro del concorso di bellezza che ha raccontato, insieme alla storia del costume italiano, l’evoluzione di stili e tendenze.
Miss Italia, partendo da lontano, dal 1939, primo anno della kermesse, presenta una galleria fotografica che, attraverso i costumi delle Miss documenta il cambiamento della società.
Il protagonista dell’edizione numero uno è un pezzo intero alquanto castigato. Ad indossarlo è una giovanissima Miss, la 14enne Isabella Verney.
Il primo bikini del concorso arriverà otto anni dopo. È proprio Miss Italia a sdoganarlo su tutti i lidi della Penisola. Icona di uno stile che strizza l’occhio all’emancipazione del corpo femminile è una bellissima Miss in due pezzi, protagonista dell’edizione considerata dell’“Anno d’oro”: siamo nel 1947.
Tre anni dopo, Sophia Loren, con la fascia di Miss Eleganza per il Premio, indossa un bikini ancora castigato. La vita resta rigorosamente alta.
Bisogna infatti arrivare al ’52 per scoprire i fianchi delle Miss. Negli anni ’50 sono ancora le maggiorate, donne dalle forme più morbide a condizionare il concorso.
Il Dopoguerra – anche attraverso l’estetica – è simbolo di una rinascita. Le forme delle Miss lo testimoniano attraverso una rinnovata prosperità fisica.
Le passerelle del concorso sono gremite di candidate che non rinunciano – nonostante i bikini – a indossare i costumi interi, con il décolleté libero di mostrarsi senza veli.
Negli anni ’60 ecco che il fisico diventa filiforme e si abbandonano le forme oggi definite “curvy”.
E così, anno dopo anno, anche la moda subisce una importante trasformazione: si comincia ad utilizzare un costume più osé ma con moderazione.
Nei primi anni ’70 è Alda Balestra a dettare la linea in quanto a canoni estetici: sbanca a Miss Italia la “mise” in bikini succinto della friulana che diventa la più bella d’Italia. Un volto diverso il suo, dai tratti nordici, che negli anni arriverà a conquistare le passerelle dell’alta moda, anche oltreoceano. Sarà lei infatti, oltre a Isabella Rossellini, a conquistare le cover delle riviste più patinate d’America.
Ma è nel ’77 che il bikini diventa sempre più striminzito. Subito dopo torna in voga il costume intero, seppur in versione molto più sexy: siamo nel 1981 e a trionfare sono i fianchi scoperti e le linee più audaci nella sgambatura.
Gli Ottanta sono gli anni della seduzione: le forme passano dal corpo al costume, con geometrie vistose. Poi il fisico femminile si fa più tonico, quasi androgino, tanto da prestarsi a un celebre scatto del 1985 dove le Miss posano con elmetto e mimetica “da bagno”. Proprio allora Hollywood lancia la seconda puntata della celebre saga “Rambo”.
A diventare protagonisti di questi anni, sono anche i colori e la tintarella che diventa un “must”.
Inversione di stile negli anni ’90, quando a Miss Italia si cominciano a vedere i brand e i costumi diventano abiti di gara. Nel concorso, seguendo l’evoluzione della moda italiana, torna protagonista l’intero minimal e sparisce lo sgambato.
Gli anni 2000 sono dedicati alla sperimentazione: nel 2005 torna il bikini. A imporsi è il due pezzi dal taglio impenitente, ma comunque elegante e impreziosito da Swarovski.
L’anno successivo sarà la volta del trikini floreale, indossato dalle finaliste e che diventerà più glamour nella versione “da sera” utilizzata quattro anni dopo.
Nel 2008 – la volta di Miriam Leone – vince su tutti il classico pois bianco e nero; decisamente sperimentale è la scelta del costume 2009, tra striature di diversi colori e linee mai osate fino ad allora.
Ancora più innovativo è il pezzo intero che si comincia a vedere nel 2010, dai colori argentati e dorati. E proprio nell’anno del primo bon ton lanciato da Miss Italia, nel 2011, a sfilare sul palco di Montecatini Terme sono le finaliste in un costume ispirato a Mademoiselle Coco, un intero (col fiocco) dall’inconfondibile bianco e nero Chanel. Da quel momento, tutte le novità delle edizioni saranno dettate da uno sguardo al passato.