Tra presentazioni e pubblicità, il primo servizio inizia alle 21.32: Matteo Viviani ci presenta Paola De Angelis, L’abile disabile disabilitata. La ragazza, disabile, assunta al Comune di Avellino senza però incarichi. Il suo ruolo di funzionario non è stato mai preso davvero in considerazione: relegata in una scrivania vuota, non si è mai cercato di trovarle un impiego.
È stata Paola a contattare la iena, perché sono stati i superiori a decidere che non aveva alcun peso specifico nel lavoro. Da sei anni pagata per far niente, è stata assunta perché “privilegiata” in quanto la sua presenza consente di incassare finanziamenti statali.
A nulla sono servite le segnalazioni della ragazza ai superiori e al sindaco, tanto che alla fine interviene Viviani. Le risposte del capo di Paola sono giustificazioni di poco senso logico, ma arriva una promessa di recuperare al mobbing.
Ancora in tema di disabilità, si prosegue con Andrea Agresti: La donna senza cervelletto. Alessandra scopre di avere una malformazione anomala nel cervello, che emerge quando scopre di essere incinta. La donna si sottopone a diversi interventi di embolizzazione per curarsi, a cui segue la radioterapia: mano a mano la malformazione si riduce. A un certo punto però, dopo tre anni, il dottore propone l’asportazione completa: alla prospettiva di avere altri figli, rassicurati dal fatto che il medico conoscesse perfettamente la situazione, Alessandra e il marito si fidano.
La donna si risveglia dopo dieci ore di intervento, scoprendo di non sentire da un orecchio e non poter più camminare. Passa il tempo, e Alessandra non recupera: svanisce la speranza di una ripresa, di sintomi passeggeri conseguenti all’operazione.
Consultando specialisti in giro per il mondo, a Innsbruck l’amara verità: le è stato asportato il cervelletto. Quando Raimondo, il marito di Paola, decide di andare in fondo, gli viene risposto che non ci sono referti relativi ad Alessandra. Nel foglio formato per l’assenso all’operazione, non sono specificati bene i rischi che si correvano né Alessandra era in condizioni di capire, dato che era appena reduce da un’embolizzazione.
Agresti si rivolge al neurochirurgo Angelo Franzini per farsi spiegare nel dettaglio quanto è avvenuto.
Quindi Roberta Rei: Terremotati da 20 anni. La iena è in Umbria, tra i terremotati di Valtopina che hanno perso la casa nel ’97, ancora nei container e costretti a pagare le spese di lavori di ricostruzione poi fermati. Dopo aver parlato con il sindaco, la Rei accompagna Albertina nella sua vecchia casa: la donna non ci entrava dentro dal giorno del terremoto.
Si prosegue con Cizco: Un “centinaio” di fake news. La iena ha diffuso dalla sua pagina Facebook delle “bufale” sul senatore Centinaio, dimostrando quanto fosse facile dare adito a false notizie. Occhio per occhio dente per dente: proprio come avvenuto con la fake news sulla Boldrini.
È il momento dello scherzo, stavolta ai danni di Giacobbe Fragomeni: Ci provereste con la moglie di un pugile? Alessandro Di Sarno ha cercato dei volontari per provarci con la moglie di Fragomeni, Sara: non trovando nessun volontario, si è immolato lui. Al ristorante, lancia a Sara occhiate più che interessate, fino a quando si avvicina al tavolo della coppia; prima di andare via inoltre, Di Sarno le lascia un biglietto..
Nel frattempo vengono installate delle telecamere a casa Fragomeni. Quando lui e la moglie tornano a casa, la iena telefona a Sara a casa, per poi mandarle un messaggio su Whatsapp.
Dopo ristorante e casa, ecco il terzo round: sullo zerbino dei Fragomeni, viene lasciato un pacco regalo con tanto di biglietto. Il pugile medita vendetta, ma ancora si trattiene. Il quarto round è il mattino seguente, quando il messaggio d’amore viene lasciato direttamente sull’auto con una bomboletta spray.
Ma non è finita: a Sara vengono fatti trovare sul letto di una stanza d’albergo frustino, body e perizoma. Solo che li trova il marito, che mette il perizoma in testa e scende sotto: trova Di Sarno in piscina, in costume ridottissimo. La iena spinge il pugile in piscina.
Però Fragomeni mantiene la calma, per paura di fare danni. Di Sarno però non molla, fino a quando lo insegue con un paletto insultandolo: a quel punto, si interrompe tutto per spiegare che si tratta di uno scherzo.
Giulio Golia ci racconta la storia di Filippo, morto nell’ottobre 2012 a 19 anni: Ucciso per sbaglio dalla ‘ndrangheta. Riconosciuto dallo Stato vittima di mafia, i colpevoli della morte del ragazzo non hanno ancora nome.
Siamo in provincia di Vibo Valentia. La macchina su cui viaggiava Filippo è stata crivellata di colpi, ma la persona presa di mira era Domenico Tassone, imparentato con uno dei clan mafiosi del posto. Filippo aveva accettato un passaggio, e fatalmente ha fatto da scudo a Domenico, vittima di una faida tra clan.
Non c’è solo il dolore per la perdita di un figlio, ma la rabbia: il caso è stato archiviato, e i genitori vogliono conoscere i nomi dei responsabili. Il papà di Filippo spiega che, come se non bastasse, Domenico lo provoca quando lo incrocia per strada.
Golia decide di incontrarlo: viene preso in giro dai ragazzi del posto, Domenico non si fa trovare da nessuna parte. Le persone del posto gli sconsigliano di continuare: la iena insiste, qualcuno si affaccia, ma parlare con Domenico si rivela impossibile.
Alice Pettinelli è in Albania, al confine con la Macedonia: Bambini lavoratori che aiutano la famiglia. Invece di andare a scuola, i bambini vanno a raccogliere il cromo: la condizione di povertà è talmente forte che intere famiglie lavorano insieme, genitori e figli, per pochi euro al giorno.
La Pettinelli segue un bimbo e i suoi due amici su per le montagne, alla ricerca di cromo in un luogo poco battuto: si arrampicano, scavano a mani nude, si lasciano scivolare sul sedere per scendere portando il peso del cromo. A fine giornata, i tre bimbi si sono caricati ben 27 chili di cromo: ne hanno ricavato appena 2,7 euro, che valgono un pacco di pasta e un chilo di farina.
Filippo Roma raccoglie altre testimonianze dal “cacciatore di plichi” riguardo i voti degli italiani all’estero: Brogli alle elezioni: quanti politici coinvolti?
Dopo l’onorevole Caruso, stavolta esce il nome di Aldo Di Biagio: il cacciatore sostiene di aver recuperato per lui tra i 6mila e i 7mila plichi, insieme ad altri “colleghi”.
In Italia sono circa 70 i bambini che vivono con le madri in strutture penitenziarie. Veronica Ruggeri ci porta nella sede di Milano: Il carcere dei bambini. Si tratta di bimbi così piccoli che nemmeno capiscono di essere reclusi: da fuori la struttura sembra un asilo, ma c’è un cancello che isola dall’esterno.
Spesso le mamme devono portare dentro i figli perché non hanno un papà, oppure ce l’hanno in carcere. Queste madri raccontano la sofferenza di non poter farepromesse.
Siccome i bimbi non sono detenuti, delle volontarie del Telefono Azzurro li accompagnano al parco per un’ora al giorno. Gli agenti sono in borghese per non dare la sensazione della carcerazione. I figli più grandi che invece vivono fuori, vanno a trovare le mamme: fanno lunghe file, passano sotto il metal detector, aspettano il loro turno in stanze colorate che li mettano a loro agio.
Gaetano Pecoraro è in Puglia: Il palazzo della morte. Tonia è andata a vivere nel palazzo da 30 anni: il primo è stato il padre, poi la famiglia è stata decimata. Nello stabile, ogni famiglia ha, o ha avuto, a che fare con il cancro: una casistica che non esiste altrove. Naturalmente, chi non ha un altro posto dove andare, vuole capire: i condomini così, si sono organizzati effettuando una ricerca in proprio. Ne è emersa che i tumori sono quasi tutti diversi uno dall’altro, perciò non si riesce a stabilire un nesso tra loro.
Non solo: se la causa fossero gli scarichi della vicina industria, oppure l’interramento di rifiuti, le malattie si verificherebbero anche nel circondario.
Non solo: se la causa fossero gli scarichi della vicina industria, oppure l’interramento di rifiuti, le malattie si verificherebbero anche nel circondario. Di fatto però, le perone continuano ad ammalarsi e a morire.
Nessuno ha provveduto a spostare gli inquilini del palazzo altrove, perché nonostante muoia la gente, non è stato trovato niente: Pecoraro si rivolge al presidente di Regione Emiliano.
A mezzanotte viene replicato un servizio di Marco Maisano: Dall’Est una nuova micidiale droga per l’Europa. Il giornalista ha documentato la diffusione in Estonia del Fentanyl: immagini crude, che mostrano persino una ragazza incinta mentre si buca. Anita, questo il suo nome, spiega di dover continuare ad assumere il Fentanyl perché ormai il bimbo ne è assuefatto.
Poi un’altra replica: Sebastian Gazzarini chiede selfie ai vip usando l’applicazione “Appanculo”.
In chiusura, un filmato per lanciare il Mai Dire Grande Fratello Vip.