Proprio Flavio Insinna ringrazia Unicef per essere stato chiamato: “La Rai poteva girarsi dall’altra parte, invece io ringrazio. Se semini bene, qualcosa raccogli indipendentemente dallo share. E se Unicef chiama, io mi scapicollo dopo il teatro e vengo”. Per una volta, prosegue l’ex conduttore dei pacchi, non è un semplice programma quanto una “scelta di campo”: “Ancora peggio che fare il male, è fare finta di non essere”. Il concetto di fortuna può diventare menefreghismo: “Sono orgoglioso di essere ancora nella famiglia Rai, Endemol, Unicef: in questo momento storico bisogna scegliere dove stare, e la fortuna va condivisa. Mio padre è stato medico in marina: la prima cosa che mi ha insegnato, è che si torna tutti insieme perciò bisogna fare una scelta di campo. Il mare, al largo, fa paura anche sulla nave più bella del mondo: figuriamoci su due metri di gomma”. Infine, un monito ai giornalisti: “Quando si fanno vedere le macerie, e poi si scrive di aiutarli a casa loro, si fa davvero una brutta figura”. E sull’ansia da share: “Avete presente che cosa significa, il mattino dopo perché non si è fatto abbastanza? In studio non ti saluta più nemmeno lo sgabello. Le mie urla erano, in modo sbagliato, per spronare a non scendere con gli ascolti: infatti, siamo scesi e ci hanno chiuso”.
Insinna non rinuncia a un appello: “Se il mattino dopo scriverete che Maria ha triplicato Prodigi, non fate un buon servizio al Paese”.
Anna Valle è stata scelta più come ambasciatrice che come conduttrice: “Flavio è un vulcano, anche se io non riesco a tenere testa come conduttrice, mi ha rassicurata con la sua prontezza. Per questo mi sento tranquilla sulle mie lacune. I nove ragazzi sono bravissimi, si sono messi alla prova seguendo i consigli di Gigi D’Alessio, Carla Fracci e Beppe Vessicchio: racconteremo le loro storie con quel pizzico d’ironia che sa mettere Flavio. La musica è l’unico messaggio che non si può fraintendere”.
Il direttore commerciale di Endemol: “Sono due anni che lavoriamo con Unicef. Ci siamo posti il problema di fare di più: unire la competizione dei talenti alle storie non era semplice”.
Testimonial Unicef, i ballerini Samanta Togni Samuel Peron. “Io vado ancora a dormire rivedendo quella bimba di 18 mesi pesava sette chili: ti rendi conto che le difficoltà vere sono altre. Io ho avuto la grande opportunità di fare questo viaggio, e di crescere molto: da adesso in poi, il mio impegno sarà dare un contributo”, racconta la Togni. Peron ringrazia anche lui Unicef per le emozioni vissute: “Quando si è lì, ci si rende conto di una realtà storpiata dal filtro dell’obiettivo che fotografa e riprende. Attraverso l’arte c’è la possibilità di dare un’occasione, spesso più che con lo studio. Abbiamo visto realmente dove vanno a finire i soldi donati: pozzi, materiale per la scuola, vaccini”.
L’ Unicef è presente sulle navi della Guardia Costiera per dare i primi soccorsi ai bambini: la Guardia Costiera sarà presente anche a Prodigi, rappresentata dal comandante Cosimo Nicastro. Il comandante spiega che “dopo lo spavento del salvataggio, i bambini ricominciano a sorridere: a bordo delle unità navali, gli operatori dell’Unicef iniziano a seguire i minori che vogliono giocare”.
Altro ambasciatore Unicef è Francesco Totti, che come Anastacia ha realizzato un promo per invitare a donare al 45566.
Nel corso della settimana, la Rai lancerà il messaggio all’interno di vari spazi.