Si comincia con Alice Martinelli: Microcar: scelta consapevole?La iena si occupa di questi veicoli affidati ad adolescenti, spesso più costosi di un’utilitaria, ma non con la stessa garanzia. Ai crash test infatti, le microcar si accartocciano ad un impatto di 50 chilometri orari: eppure i genitori le acquistano convinti siano migliori di un motorino.
Molto diffuse a Roma, i ragazzi spesso le usano in maniera a dir poco disinvolta: senza conoscere le regole stradali, parcheggiando in maniera selvaggia, facendo gare. Ma non solo: la manutenzione è costosa, perché si rompono spesso.
Si continua con la candid di Max Bririllo: Gigolò per uomini parlamentari. Di Maio, Librandi, Razzi sono solo alcune delle sue vittime: la iena regala una rosa e chiede un selfie in loro compagnia, per poi presentarsi come accompagnatore.
Matteo Viviani incontra Andrea e Ambra: Vivere senza provare attrazione sessuale. Si tratta di due ragazzi che dichiarano di non essere attratti fisicamente da altre persone: nessuno stimolo sessuale. Raccontano di essersi innamorati, ma di non aver avuto alcun particolare piacere dai rapporti sessuali.
Viviani consulta un sessuologo e psicoterapeuta, che spiega si nasca così: l’asessualità non è dovuta a traumi. Questo però non significa che non si abbia una vita sessuale: si può praticare l’autoerotismo.
Andrea e Ambra raccontano come spesso siano stati discriminati o derisi, nonostante non stessero facendo niente di male. L’asessualità non è una malattia, ma una semplice condizione.
Cristiano Pasca ci presenta i nuotatori della Waterpolo Ability di Varese: Settebello e Sette…bellissimo. Si tratta di una squadra di pallanuoto composta da disabili: chi è rimasto disabile dopo un incidente, chi a livello motorio, in acqua la disabilità sparisce.
Si allenano con la squadra dei normodotati e sognano di partecipare alle Paralimpiadi.
A sorpresa, contattata dalla redazione delle Iene, a un allenamento si presenta il Settebello, la Nazionale maschile italiana di pallanuoto. Inizia la sfida, e Pasca aggiunge un coefficiente di difficoltà per riequilibrare la situazione.
Ismaele La Verdera torna ad occuparsi di cacciatori di voti: I baci di Murania. In questo caso è l’imprenditore Pietro Murania, che avrebbe comprato i voti per conto dell’onorevole Tamajo, come sostiene l’avvocato dello stesso Tamajo. L’obiettivo sarebbe stato quello di ottenere un posto al Senato.
La Vardera cerca di parlarci: inizia un inseguimento in auto. A più riprese, l’inviato chiede spiegazioni: gli vengono inviati baci dal finestrino, gli viene dato del “birboncello” e poi, in un altro momento, viene quasi picchiato.
Intanto emerge che Tamajo non era affatto estraneo alla vicenda dei voti di scambio, al contrario di come di dichiarava. Solo che stavolta, a differenza della prima volta che La Vardera l’aveva intervistato, l’uomo si sottrae. Anzi, va a denunciare perché ritiene di essere perseguitato; si presenta anche la iena, in modo da costituirsi.
In promozione per il loro tour in partenza, segue un’intervista tripla a Nek, Francesco Renga e Max Pezzali. Non manca la domanda sulle molestie sessuali: Pezzali sostiene che fosse un segreto di Pulcinella che finalmente è venuto alla luce, mentre Nek è convinto che le donne stiano denunciando a distanza di anni per il peso di quanto vissuto. Alla domanda se esista un Weinstein nella musica italiana, tutti dicono di non saperne niente: “A questo punto non mi stupirei più di niente”, risponde Nek.
Appunto in tema di molestie, Dino Giarrusso: L’America difende le vittime, e l’Italia? La iena ripercorre le denunce ai media seguite al caso Weinstein, le testimonianze raccolte contro Fausto Brizzi e il clima omertoso del cinema italiano. Tra queste reazioni, l’intervista Brignano che parlava di “proposta”.
Giarrusso consulta l’avvocato Giulia Bongiorno: “La donna è molto sola quando subisce una violenza. Se il manager dice di non fare nulla, è chiaro che non verrà mai fuori niente”.
Giarrusso consulta l’avvocato Giulia Bongiorno: “La donna è molto sola quando subisce una violenza. Se il manager dice di non fare nulla, è chiaro che non verrà mai fuori niente”. Le parole dell’offesa, continua la Bongiorno, hanno valore in tribunale perciò si può e si deve denunciare
L’inviato incontra anche Asia Argento: “Questa è una vera rivoluzione femminile: le donne che scelgono di stare dalla parte dei cattivi, verranno giudicate dalla storia”. Brizzi è uno, ma ce ne sono molti altri: “In questo momento ce ne sono molti che hanno paura, stanno contattando i loro avvocati. Verrà fuori altro, e loro lo sanno”. “Conosciamo i loro nomi -prosegue la Argento-perché li difendiamo? Per fare un altri film con loro?”.
Mary Sarnataro è insieme a una delle coppie del Grande Fratello Vip: Cecilia Rodriguez: faccia a facca col suo hater. Come al solito, la Sarnataro sceglie uno degli hater più accaniti, per poi metterlo faccia a faccia con la destinataria degli insulti: stavolta tocca a Massimo, che ha dato della “troia” a Cecilia Rodriguez
Naturalmente, una volta davanti alla Rodriguez, fa marcia indietro: l’aveva scritta sui social “in generale”. C’è pure Ignazio Moser, il quale fa notare che se non fosse per le Iene, in un altro contesto,Tommaso avrebbe anche potuto prendere le botte.
Dopo la storia di Maria della scorsa settimana, Nina Palmieri è stata contattata da molte persone: Morire di incuria all’ospedale. Non solo Maria, ma tanti altri pazienti sono morti a causa di enormi piaghe di decubito: il personale del Nomentana Hospital di Roma, insufficiente, lasciava per ore soli i pazienti senza muoverli né igienizzarli. C’è chi addirittura racconta di una piaga talmente estesa, che si vedeva la colonna vertebrale.
Di spalle, dà la sua versione anche un ex operatore sanitario della struttura: i materassi per le piaghe erano solo tre, i malati rimanevano ore senza assistenza.
Visto che al Nomentana Hospital nessuno risponde, la Palmieri va direttamente da Nicola Zingaretti: il Presidente della Regione Lazio accoglie la segnalazione.
Luigi Pelazza vola in Romania: Come vivono i Rom fuori dall’Italia? L’inviato visita diversi villaggi e comunità: da chi riesce ad ottenere un piccolo assegno di assistenza sociale (in Romania i Rom hanno riconosciuta la cittadinanza, a differenza che in Italia), a chi vive in capanne di fango dove ci si rassegna a condizioni disumane. Come una donna con le gambe in cancrena, in attesa della morte senza nemmeno pensare di andare all’ospedale.
Ma Pelazza si reca anche da Mihai Nidelcu, Rom del partito dell’Iru: l’uomo ostenta la sua enorme ricchezza. Più tardi invita Pelazza al matrimonio del nipote: un ragazzino di 16 anni, stessa età della sposa. Si tratta di una cerimonia combinata, opportunamente pianificata in base alla ricchezza delle famiglie d’origine.
I festeggiamenti scorrono tra oro puro e lussi. Nella comunità Roma, viene spiegato alla iena, la prima notte di nozze i genitori degli sposi e i familiari aspettano che venga consumato il rapporto. Appena terminato, il ragazzo esce e viene mostrato il lenzuolo che attesta la verginità appena perduta della sposa. L’esistenza di una perosna gay invece, non viene nemmeno contemplata.
Via ora la “calciomercato” nella politica. Antonino Monteleone tiene il conto dei politici eletti in un partito e poi, passati a un altro: Un Parlamento di voltagabbana. In soli 57 mesi di vita, in questo Parlamento ci sono stati 564 cambi di casacca: tra questi, quelli di Maccarato, Aiello, Serenella Fuksia, Antonio Azzolini Da Molfetta, Franco Colucci, Luigi Compagna, Antonio Razzi.
Giulio Golia è ad Arghillà, vicino Reggio Calabria: La terra di nessuno. Dopo lo scoppio delle fogne, ancora non risolto, Maria ha dovuto lasciare casa: siccome il Comune non si è occupato dell’emergenza, né le è stato assegnato un alloggio, la donna ha dormito in auto per sette mesi. Poco dopo, per evitare che intervenissero i servizi sociali, ha mandato i figli dalla nonna,
Stando fuori casa, l’appartamento è stato saccheggiato persino del bidet. L’intero quartiere del resto è una sorta di terra di nessuno: il Comune mura le finestre, per evitare che qualcuno occupi abusivamente.
Golia entra in una palazzina: gli occupanti hanno finito i lavori all’interno. La ditta costruttrice aveva lasciato i lavori fermi, abbandonando di fatto lo stabile che, di conseguenza, non era più di nessuno. Gli inquilini chiedono di potersi mettere in regola, dal momento che gli appartamenti erano vuoti. Si può fare domanda di sanatoria, però nessuno sembra saperlo.
La iena si reca in Comune: anziché risolvere il problema fogne, si è preferito investire i soldi in opere diverse. Ad esempio la scala mobile che collega il centro di Reggio Calabria al lungomare.
Proprio mentre Golia si trova da Antonio, arrivano le autorità per lo sgombro. Le immagini sono strazianti: una bimba di tre mesi da affidare ai servizi sociali, una famiglia sulla strada perché non c’è qualcuno da cui andare.
Ma come può il giudice disporre uno sfratto per uno stabile che, proprio perché di nessuno e abusivo, è fuorilegge? Inoltre non vi è nessuno in graduatoria che abbia diritto all’appartamento di Antonio: è Golia ad intercedere, obiettando che non ha nessun senso cacciare via qualcuno e lasciare un appartamento che, di lì a pochi giorni, verrà sicuramente vandalizzato.
La iena va da procuratore, giocandosi l’ultima carta. Ottiene dei mesi di tempo: Antonio in questo modo può presentare i documenti necessari per la sanatoria.
La puntata termina qui, il programma torna nel 2018.