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Mattatore in una sala da tutto esaurito, Flavio Insinna. Sul palco pacchi, orchestra, cantante, cartonati dei concorrenti e un maiale di peluche rosa.
In palio ci sono pacchi dal contenuto misterioso e lotti di oggetti; vengono inoltre sorteggiati alcuni numeri a cui donare un omaggio.
Tra i pacchi spunta subito il set del perfetto tifoso da Mondiale: occhiali di plastica e trombetta; l’offerta di 60 euro arriva dal cameraman.
Due ragazze sono arrivate da Trapani: offrono 100 euro, ed è l’inizio della fine. Saranno una costante della serata, tanto che Insinna si augura che tornino in Sicilia e non gli «rimangano sul groppone» a Roma.
Il lotto numero uno consiste in una serie assortita e coloratissima di occhiali di plastica: presentano la merce autori e produttore Endemol, «gente laureata che normalmente ha una sua dignità». Si parte da 10 euro; Insinna cerca di includere pure i due autori nell’offerta.
Il primo premio omaggio è un set da indiano: il vincitore, ahinoi, non ha nemmeno una suocera a cui rifilarlo. La seconda fortunata invece, è una bambina: vince una cetra, un paio di occhiali con freccia di Cupido e ali rosse. La bimba è timidissima: Insinna osserva che, se i concorrenti di Affari Tuoi fossero altrettanto loquaci, lui dovrebbe aprirsi un chiosco di grattachecche per campare.
Ilarità generale al secondo lotto: la parrucca da pirata con benda e bandana, cioè l’equipaggiamento ideale «per andare a far valere le proprie idee da Equitalia». A corredare il tutto, pappagallo e spada. Sul palco si insinua il dubbio che il prossimo anno bisognerà raccogliere fondi per San Patrignano.
Si prosegue con i cimeli del programma: attrezzatura da befana con sacco di juta e scopa di paglia. Il pacco 7 viene venduto per 220 euro: all’interno due paia di occhiali e due centrini all’uncinetto, uno rosso e uno blu.
Il quinto lotto parte da 15 euro e si compone di una serie di copricapi animali, tra cui uno a forma di squalo: il regista ci fa un pensierino, poi si sente magnanimo e decide comportarsi da cavaliere lasciandolo a una signora. La scenografia però, ne guadagna quando viene fatto sfoggio dei copricapi natalizi, un tripudio di sonagli e brillantini difficilmente descrivibile a un occhio che non ha avuto la fortuna di averne esperienza diretta.
La goliardia raggiunge picchi altissimi quando tocca allo striscione Portace a cena, leit motiv del cast della trasmissione: urge un possessore di corridoio lungo in casa.
Al turno del pacco 11, una signora si alza in piedi chiedendo di parlare: è il suo compleanno, questo pacco le spetta di diritto. Ma non è l’unica: parte una gara tra donne che condividono il giorno di nascita, e ha la meglio una signora 88enne. Ebbene, per la cifra di 150 euro, parrucca da Gullit; il momento ideale per far partire un pezzo reggae.
Tra i premi per il pubblico, l’ultimo è un completo indossato in una puntata da Insinna che, ci tiene a specificare, è ancora sudato.
Tra le risate generali, il pacco 4 contiene ben tre paia di orecchie da coniglio; il 13 altri occhiali giocattolo.
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Prima che venisse venduto l’ultimo «parallelepipedo di cartone» Insinna offre la sagoma del pianista; in compenso una signora lo invita a suonare al matrimonio della figlia.
L’asta si conclude con un pacco assegnato per 250 euro il cui contenuto è un completo da compleanno: cappello a forma di torta e, ancora, occhiali.
Sono le 23.00; la Sala Umberto chiuderà tra mezz’ora, ma lo spettacolo non è ancora terminato. Il tempo di cambiarsi, e Insinna ricompare sul palco vestito da coccodrillo. L’oggetto non avrebbe prezzo, visto che, essendo cucito in fresco lana sta mettendo a rischio la stessa vita del conduttore, eppure qualcuno riesce ad aggiudicarselo per 120 euro.
La serata si chiude con l’ultimo cimelio, che Insinna racconta di aver comprato da un vu cumprà: si tratta degli infrablu. Saluti, musica e ballerini scatenati sul palco: Insinna si improvvisa Don Lurio, «Testa, spalla, one, two, three».
Il congedo definitivo è all’insegna dell’amore: seduto sul palco, Insinna legge le definizioni di amore date dai bambini: lasciare che l’altro prenda le proprie patatine fritte senza chiedergli le sue.
Sono le 23.30 passate, stavolta è davvero finita.