La puntata odierna è dedicata alle osterie a conduzione familiare di Roma. Un viaggio dunque nei luoghi dove protagonista è la cucina non sofisticata ma basata sulle tradizioni semplici e nazionalpopolari, il termine però è inteso nella migliore accezione.
Le osterie che saranno visitate sono: “Trattoria dalla Sora Lella“, “Trattoria da Danilo“, “Lo Scopettaro“, e “Al Ba’ghetto“.
Ecco le caratteristiche di ognuno dei locali che saranno visitati da chef Borghese. Vi ricordiamo che la formula del cooking show è sempre la stessa: Alessandro Borghese visita uno dei quattro ristoranti in compagnia degli altri tre ristoratori. Verrà dato un punteggio ad una serie di elementi da valutare tra cui non solo il gusto delle ricette preparate, ma anche la pulizia dei locali, l’accoglienza, le cantine e i modi con cui sono conservati gli alimenti.
Naturalmente un ruolo principale avrà il servizio qualità-prezzo.
Il primo locale dove la tradizione romana è un vero e proprio cult è la “Trattoria dalla Sora Lella“. A gestirlo c’è Mauro Trabalza, il nipote della notissima Elena Fabrizi, chiamata affettuosamente Sora Lella. Il locale è posto in un luogo tra i più suggestivi di Roma. Seduti al tavolo si ascolta il rumore del Tevere che scorre lento e fa quasi da sottofondo ad una cucina molto caratteristica. La cornice di cui stiamo parlando è l’Isola Tiberina, quel piccolo tratto di terra in mezzo al fiume Tevere che scorre nella capitale e divide Trastevere dal ghetto ebraico. La “Trattoria della Sora Lella” è legata alla figura mitica di Elena Fabrizi, sorella di Aldo e prima cuoca diventata attrice, prima sul grande e poi sul piccolo schermo. Oggi accanto a Mauro ci sono nella gestione anche Renato, e i gemelli Simone ed Elena. Ma sarà Mauro ad interagire con chef Borghese.
La “Trattoria da Danilo” ha come proprietario Danilo Valente e si trova all’Esquilino. Il locale piccolo ma ben arredato ha tavoli raccolti, foto alle pareti e propone piatti della tradizione. In particolare la “Trattoria da Danilo” è annoverata per la preparazione della carbonara secondo le rigide regole romane. Lui stesso dirà a chef Borghese che il suo piatto non ha eguali nella capitale. Vedremo quale sarà il giudizio di Alessandro Borghese. Dietro i fornelli c’è la mamma di Danilo, la signora Pina, che è la forza del locale. Vi sveliamo in anteprima il segreto di Danilo per l’amatriciana: utilizzare il lardo di colonnata e un pecorino pregiato.
Nel rione popolare di Testaccio c’è la trattoria “Lo Scopettaro” gestita dai fratelli Trombini. Anche questo locale è un vero e proprio baluardo della tradizione culinaria della capitale. La struttura risale alla seconda metà degli anni 30 ed è immersa in uno dei luoghi simbolo di Roma. I proprietari sono romani da generazioni e amano il proprio lavoro, al punto da avere come unico obiettivo una ospitalità che faccia sentire i clienti come a casa propria. La cucina è casalinga e la filosofia è di riproporre ricette nella maniera più fedele possibile alla tradizione della capitale.
Il quarto locale è “Al Ba’ghetto” di Roma, un’osteria nella cui cucina si fondono le tradizioni romane e della cultura ebraica. “Al Ba’ghetto” si trova a pochi passi dal Teatro Marcello nel pieno del quartiere ebraico ed è gestito dalla famiglia Dabush. Aperto nel 2008, in pochi anni il ristorante è riuscito a conquistare varie categorie di clienti: romani, turisti ed ebrei. A gestire il ristorante sono i due fratelli Ilan e Amit che hanno fatto tesoro della trentennale esperienza del padre nel settore della ristorazione. Fra i piatti forti della casa una speciale carbonara con carne secca al posto del guanciale. I due fratelli riferiscono che è talmente buona da essere preferita addirittura alla versione originale. Un altro piatto speciale sono i carciofi alla giudia, fritti due volte a temperature diverse, per mantenerne e la croccantezza e la forma caratteristica.