Quanto abbiamo visto nella prima puntata, andata in onda nel pomeriggio di domenica 10 dicembre, si è rivelato un mix di troppi generi, troppi argomenti, molti dei quali discutibili per come sono stati affrontati e per il linguaggio utilizzato. Il calcio giocato ne esce perdente, nascosto in una melassa indefinita nella quale ha perso i contorni.
Mia Ceran, che è assurta dal ruolo di inviata a quello di presenza fissa in studio, discetta sulle partite, interviene costantemente, credendo di essere divenuta una sorta di “fatina” dotata del potere taumaturgico di concentrare sul programma l’interesse del pubblico. Sofisticata e compenetrata nel ruolo di esperta, ha cercato di prendersi più spazio possibile.
Alla medesima maniera si sono comportati Luca e Paolo, la cui supponente conduzione è paragonabile soltanto a quella di Fabio Fazio. E, proprio grazie ad un “miracolo televisivo” Fazio si è materializzato a Quelli che il calcio assumendone il comando per un periodo di tempo. Un mega spot della seconda rete di Ilaria Dallatana, un omaggio chissà quanto sincero e quanto, invece, imposto, verso il transfuga che, prima di approdare dalla terza alla prima rete, è passato per la seconda. Lui che di Quelli che il calcio è stato padrone di casa proprio su Rai 3 negli anni dal 1993 al 2001, si è rivelato una presenza ingombrante e da dimenticare
Poco spessore hanno avuto anche le parodie. In particolare l’imitazione di Massimo Giletti fatta dal pur bravo Ubaldo Pantani si è rivelata, oltre che poco somigliante, meno incisiva rispetto al passato. Pantani sa esprimersi meglio. Peccato che abbia perso la prima occasione. Da dimenticare anche gli interventi di Antonio Ornano comico che si è fatto conoscere dal palcoscenico di Zelig e adesso è approdato a Quelli che il calcio.
Eppure la prima puntata poteva fare affidamento su un parterre molto numeroso di ospiti, prima tra tutti Nina Zilli. E neppure i commentatori sportivi in studio e dai campi sono riusciti a dare una continuità credibile agli interventi.
Troppi argomenti, infinite ripetizioni, tempi morti, battute discutibili, presenze femminili finalizzate soltanto a spostare l’occhio vigile degli sportivi dai campi di calcio allo studio.
Insomma, la prima puntata della 25esima edizione del talk show, si è consumata in uno stato di gran confusione.
Unica certezza che ne è scaturita: Luca e Paolo non possono essere conduttori per tutte le stagioni televisive.
Dimenticavamo la riesumazione di Giorgio Mastrota: surrial but nice…