Prima della conferenza stampa, abbiamo avuto l’opportunità di vedere in anteprima i tre episodi di questa nuova stagione. Non vi anticipiamo nulla, ma vi garantiamo che i colpi di scena non mancheranno, sin dai primi minuti di messa in onda. Al termine della proiezione, via alla conferenza cui erano presenti alcuni personaggi del cast insieme a rappresentanti di Sky e delle case di produzione della fiction.
A fare gli onori di casa è stato Nils Hartmann (Director Original Productions Sky): “Ci sono voluti tra i due e i tre anni per scrivere il format della prima stagione della sere. Ora il successo è internazionale, possiamo dire che Gomorra is the new global. Quarta stagione? Ci stiamo lavorando, c’è un concept e sono state già scritte delle scene“. Andrea Scrosati (Sky EVP Programming Cinema, Entertainment, News & Partners), ha poi annunciato: “Il primo e il terzo episodio saranno da domani nei cinema, in oltre 300 sale italiane“.
Roberto Saviano, assente per l’occasione, ha inviato un videomessaggio : “Nessuno pensava che si sarebbe potuti arrivare alla terza stagione. Ce l’abbiamo fatta nonostante un clima che non è stato dei più favorevoli. Gomorra è il racconto del potere e dei suoi meccanismi: in questa serie abbiamo portato lo sguardo nelle “Scampia d’Europa“, ha dichiarato. È intervenuta anche Gina Gardini di Cattleya, produttrice creativa della serie: “Ogni stagione bisogna ricominciarla con un casting particolarmente impegnativo, con molti call-back. In questo terzo capitolo lasciamo per molto tempo Scampia e Secondigliano, spostandoci a Napoli, ma anche a Roma e in Bulgaria. La nostra sfida era mantenere un linguaggio visivo adeguato pur spostandosi dalle abituali location. Questa stagione sarà contraddistinta da una forte emotività, dove i sentimenti dei protagonisti avranno un particolare peso nello svolgimento delle vicende“.
La sceneggiatrice Maddalena Ravagli si è soffermata sui ruoli delle donne, che pare siano in forte ascesa nella quarta stagione: “I personaggi femminili sono in fermento. Se in una prima fase i loro compiti erano “di servizio”, adesso acquistano delle posizioni predominanti. Questo è quello che accade nella realtà e che vedrete anche nella storia”. Da quest’anno la regia è affidata interamente a Claudio Cupellini e Francesca Comencini dopo l’addio di Stefano Sollima. Cupellini ha dichiarato: “In questa stagione abbiamo affrontato non solo la realtà napoletana, ma anche quella bulgara di Sofia. Abbiamo seguito la naturale evoluzione di quanto si è visto nella serie in questi anni. Il lavoro più importante che abbiamo svolta è stato capire cosa raccontare e come farlo”. Francesca Comencini ha aggiunto: “Questa terza stagione rappresenta un’evoluzione più che un cambiamento. Gomorra racconta dei meccanismi di potere in cui sono impigliati degli esseri umani, contraddistinti da solitudine e da sentimenti forti. Siamo stati attenti a dare risalto alla soggettività dei vari personaggi, alzando il tasso emotivo della serie“.
Attesa per le dichiarazioni dei protagonisti della serie, a partire da Marco D’Amore (nella serie Ciro Di Marzio): “La grave perdita della figlia incide sul nuovo percorso di Ciro nella fiction. Abbiamo cercato di capire come mostrare concretamente questa perdita, anche nello sguardo e nel fisico. Questo lutto ha portato il mio personaggio a perdere quella sfrontatezza che aveva, rendendolo un uomo più dimesso. La sua immortalità è una condanna ad evitare costantemente di essere ucciso, ma al contempo, forse, è qualcosa che gli fa desiderare ardentemente di morire. Ci sarà un grande sviluppo legato alla sua intimità: vedremo se sarà capace di una catarsi“. Ciro Di Marzio in questa stagione sarà inizialmente in Bulgaria: “Siamo stati lì 20 giorni. Non ho impiegato tantissimo ad imparare la lingua. L’unico problema è stato Cupellini, che addirittura mi ha chiesto di improvvisare alcune volte in lingua straniera (ride, ndr)! È stato bello e divertente misurarsi con questa sfida“.
“Genny Savastano continua la sua discesa agli inferi, imposta dalla volontà dei genitori che lo hanno portato a scegliere quale fosse il suo futuro“, ha dichiarato Salvatore Esposito. “Ora ha scelto di diventare il capo, con conseguenze soprattutto in negativo: aumentano i nemici, diminuiscono le persone di cui può fidarsi. Bisognerà vedere cosa succederà dopo il patto stretto con Ciro al termine della seconda stagione. Anche in lui c’è desiderio di morte, come Ciro (sorride, ndr)!” Poi, aggiunge: “Intorno alla serie c’è sempre stata tanta attesa, questo ci fa molto piacere. La cosa che mi ha divertito di più è che addirittura qualcuno aveva ipotizzato una storia d’amore tra Ciro e Genny!“. Infine, svela: “Anche Maradona mi ha chiesto qualche anticipazione sulla terza stagione e addirittura a lui ho dovuto dire di no!“.
Cristina Donadio tornerà a vestire i panni di Scianel: “Dopo la perdita del figlio e del suo potere, è una iena ferita. Nelle prime puntate tenta di ricominciare e di elaborare strategie, poi pian piano cercherà di vendicarsi e riprendere tutto ciò che ha perso. Le sue ferite nell’animo si vedranno anche nel suo sguardo: rispetto alla seconda stagione è cambiato anche il suo modo di guardarsi intorno. Prima era diffidente, ora ha un distacco e una consapevolezza maggiore: è più diretta nell’affrontare la vita. Quest’anno ci sarà una guerra tra due regine: Scianel e Patrizia”. A vestire i panni di quest’ultima è Cristiana Dell’Anna: “Patrizia è costretta a ripartire dopo la morte di Pietro. Mi ha sempre affascinato la sua capacità di esplorarsi e di “guardarsi in faccia. Dalla seconda serie in poi è in ascesa. Quando penso a lei la paragono al Castel Dell’Ovo di Napoli: una grossa fortezza costruita attorno ad un segreto. Per me, Patrizia rappresenta l’alter ego di Ciro, anche se rispetto agli altri è più subdola e strategica”.
Tra le novità di questa stagione c’è Arturo Muselli, nei panni di Enzo detto “Sangue Blu”: “Il mio è un personaggio è nipote di una boss che ha inventato il sistema camorristico, da qui deriva il suo soprannome. Fa parte di un gruppo di ragazzi che per lui sono come dei fratelli. C’è una sorta di democrazia fra loro, anche se Enzo è il capo non dichiarato, grazie al suo carisma. Viene da un contesto povero in cui ha perso tutto: questo scatena il suo desiderio di conquista”. Loris De Luna è Valerio, giovane della Napoli bene attratto dalla malavita: “La sua peculiarità è che ha un origine diversa dagli altri: viene da da Posillipo, scenario lontano da quello dei protagonisti. È ossessionato dalla voglia di potere nonostante le sue ricche origini. Lavorare su questo personaggio è stato stimolante perché mi ha permesso di lavorare su aspetti caratteriali che non mi appartengono: la freddezza, il calcolo, la cattiveria“, ha dichiarato.
Andrea Scrosati ha poi parlato dell’esborso economico necessario per la realizzazione della fiction: “Per riservatezza non riveliamo il budget, quello che posso dire è che, nel corso degli anni, è lievemente cresciuto“. Riccardo Tozzi (Cattleya) ha precisato che il budget per mettere a punto Gomorra 3 è mediamente il doppio rispetto ad una fiction italiana, ma sotto la media europea.
Si è anche parlato di possibili spin-off della serie, idea che però gli sceneggiatori non hanno preso in considerazione. I presenti si sono poi soffermato sul rischio emulazione che le scene di violenza possono far scattare, in particolar modo fra i più giovani, e sulla possibilità che Gomorra trasmetta modelli negativi da seguire. Tozzi ha dichiarato: “Il racconto di Gomorra è sincero, con una coerenza linguistica, ha un effetto catartico che mette il telespettatore in contatto con le parti più oscure di sé“. Ravagli: “Abbiamo lavorato guardando alla realtà, dove accade quello che succede in video. Mi sono resa conto, anche in qualità madre, che c’è un grosso bisogno di capire e contestualizzare la realtà: credo che la formazione di una coscienza non avvenga attraverso la proposizione astratta del concetto di bene. Secondo me ciò deve avvenire attraverso un’esperienza profonda di conoscenza di ciò da cui la realtà è composta”. Piccata la risposta di Salvatore Esposito: “La cosa che mi fa sorridere è che dopo 4 o 5 anni dobbiamo ribadire concetti basilari per un Paese evoluto come l’Italia. Perché non raccontiamo il bene che questa serie ha portato, ad esempio spingendo decine di ragazzi ad appassionarsi alla recitazione e iscrivendosi a delle scuole di teatro? Gomorra viene spesso accusata di raccontare solo uno spaccato della realtà: ciò non è giusto e non mi pare corretto“.