Le riprese sono state realizzate quasi integralmente nella vera villa di Gianni Versace a Miami.
Nel ruolo dello stilista italiano c’è Edgar Ramirez. Nel cast ci sono anche Ricky Martin e Penelope Cruz che interpreta la sorella Donatella Versace. In tutto sono nove episodi che fanno seguito alla prima stagione andata in onda lo scorso anno con la ricostruzione del processo all’ex campione di Football O.J. Simpson assolto nel 1995 dall’accusa di aver trucidato sua moglie e il cameriere Ronald Lyle Goldman.
L’omicidio di Gianni Versace avvenne il 15 luglio del 1997 davanti al cancello della sua villa a Ocean Drive a Miami.
Lo stesso Murphy ha riferito che il set sembrava essere diventato un vero e proprio muro del pianto: tutti si sono commossi nel corso della ricostruzione del sentimento d’amore che aveva unito Versace e Antonio D’Amico, tra l’altro, ancora in vita. Il personaggio di D’Amico è interpretato dalla popstar Ricky Martin, voluto dallo stesso Murphy che ha dovuto superare le reticenze dell’artista poco propenso inizialmente a trasformarsi in un attore.
Appena Martin si è calato nel ruolo ha iniziato a chiedere durante ogni scena al regista se la sua recitazione era convincente o meno. Insomma era entrato perfettamente nella parte.
Nel ruolo invece di Andrew Cunanan, ovvero l’assassino di Versace c’è l’attore Darren Criss.
La stampa americana ha riportato che Antonio D’Amico avrebbe sollevato alcune perplessità sulla rappresentazione del loro rapporto e sulla scena finale in cui Versace muore tra le sue braccia. Sembra non sia andata proprio così.
La vicenda raccontata nei nove episodi non ha un ritmo consequenziale: significa che ci sono molti salti indietro nel tempo e flashback che servono a raccontare anche il passato di Gianni Versace, un vero e proprio gigante della moda intorno al quale si muovevano un impero economico e un business non di enormi proporzioni.
Darren Criss, che interpreta l’assassino, viene rappresentato come una sorta di eroe cattivo shakespeariano. Un personaggio che ha premuto il grilletto probabilmente spinto da un’ossessione nei riguardi dell’universo patinato della moda. L’approccio della serie non è sentimentale, ma documentaristico e soprattutto giornalistico.
Ryan Murphy per dare una visione completa della personalità di Gianni Versace, si è documentato soprattutto sulla sua vita professionale più che su quella privata. Ha studiato in particolare gli anni 90 che hanno segnato l’ascesa definitiva di Versace tra i giganti della moda a livello mondiale.
Molta attenzione viene data anche ai particolari dell’epoca in cui è girata la serie. Epoca che è stata riprodotta fedelmente.
Un esempio: la fatidica mattina in cui Versace sarà ucciso, esce di casa per andare a comprare delle riviste. Una di queste è Vanity Fair sulla quale si intravede l’immagine di Lady Diana che sarebbe morta soltanto pochi giorni dopo, il 31 agosto 1997 a Parigi, sotto il ponte dell’Almà.
Ryan Murphy ha dichiarato alla stampa americana che il prodotto è molto più della riproposizione di un fatto di cronaca. Si parte da un delitto per parlare di tematiche sociali di enorme attualità come ad esempio la discriminazione della comunità LGBT, la disparità ancora esistente tra ricchi e poveri nel sistema sanitario americano. Sembrano essere fatti lontani che purtroppo si sono riavvicinati con alcuni veti imposti dall’amministrazione di Donald Trump.
Un altro elemento sul quale conta molto la serie è il rispetto delle scelte sessuali di ognuno. Gianni Versace è stato uno dei primi personaggi pubblici a dichiarare la propria omosessualità. La serie vuole anche rievocare quello che significava essere gay in quegli anni.
Last but not least il personaggio di Donatella Versace, interpretata da Penelope Cruz, è destinato a far discutere.