Per raggiungere l’obiettivo, l’azienda punto su uno spot dalla struttura ampiamente collaudata. E soprattutto, sfruttando le origini come garanzia di qualità.
Erano gli anni ’50 quando a Napoli nasceva l’azienda Café do Brasil; nel 1963 poi, sarebbe nato il marchio Kimbo, nome che ora identifica l’impresa nella sua totalità.
Focalizzandosi proprio su questa tradizione ultradecennale, lo spot si apre sul golfo di Napoli: è l’alba, il Vesuvio si staglia sullo sfondo mentre il sole inizia a sorgere. Inizia così la giornata di Serena Autieri, in cucina per l’immancabile rito mattutino del caffè.
La Autieri apre le porte della “sua” cucina al pubblico, accogliendolo in una dimensione privata: un ambiente familiare, dove gli italiani compiono il gesto abitudinario per eccellenza. Cioè, appunto, la preparazione della caffettiera.
“Sapete perché il caffè Kimbo è così buono?”, domanda la testimonial. Interviene la voce fuori campo, accompagnata dalle immagini di cascate di chicchi tostati e della miscela finale: “Perché da sempre, noi di Kimbo, selezioniamo i migliori caffè. Li misceliamo ad arte, e li tostiamo secondo la migliore tradizione napoletana”.
L’attenzione viene posta sul processo di lavorazione: dalla scelta dei migliori chicchi, passando per la loro miscelazione fino alla tostatura. Tutti passaggi che conferiscono al Kimbo il suo gusto, oltre a distinguerlo dalla concorrenza.
La telecamera stacca proprio sul caffè in uscita, per tornare infine sulla Autieri.
Per promuovere questo “puro talento napoletano”, la protagonista ci dice che “il caffè Kimbo è così buono che si può bere pure senza zucchero”, a testimonianza degli alti standard dell’azienda. Visto che non serve, il cucchiaino allora può direttamente volare altrove.
Alla Autieri non rimane che rivendicare la proprie origini, in continuità con la storia del prodotto: “Kimbo è buono anche accussì”.
Un caffè fortemente radicato sul territorio, tanto da essere anche uno degli sponsor della squadra del Napoli.
L’agenzia è Serviceplan Italia, mentre la casa di produzione è la Filmmaster Productions. La regia infine, è di Vittorio Sacco.
In passato, sono stati testimonial Pippo Baudo, Massimo D’Apporto e Gigi Proietti.