Dopo il riepilogo della scorsa puntata, si parte con la decima tappa.
{module Google ads}
Comincia con una perfidia ai danni dei concorrenti, la finale: sono tutti a Paraty, in alloggi equidistanti dal punto in cui li aspetterà Costantino. Al sorgere dell’alba, le coppie sono già pronte, fuori casa, in attesa della telefonata.
Quando Costantino chiama, possono aprire la busta ricevuta la sera prima. Dentro ci sono tre indirizzi, ma solo uno è corretto: Costantino stavolta, prima di essere raggiunto, va trovato. E ci riescono per primi gli espatriati Pascal e Kang, che possono partire con tre minuti di anticipo sugli altri.
La corsa per Rio De Janeiro adesso è davvero ai nastri di partenza. La prima prova consiste, remando in acqua, nel trovare i barili contenenti l’acquavite locale: i barili giusti sono contrassegnati dal logo del programma. Per le Persiane la navigazione si rivela impegnativa; si sente Fariba dare della cretina alla figlia. Le due sono le ultime a compiere l’impresa, ottenendo così le indicazioni per proseguire.
Ancora: poco dopo, sulla spiaggia, per avere altre indicazioni, bisogna bere capirinha fino a quando non viene trovato il bicchiere che rivela il fondo con il logo di Pechino. Professoresse e Persiane non hanno bisogno di ubriacarsi: prendono subito il bicchiere giusto. Si prosegue quindi attraverso la foresta, con il peso di tre cocchi da trasportare.
La stanchezza rende tutti irritabili: la finale infatti, si sta giocando il giorno dopo la semifinale, senza che i concorrenti si siano riposati a dovere. La foresta inoltre, lascia vittime sul suolo: Pascal, Roberto e Giulia si fanno male tra i rami. Fariba comunque, mentre la figlia piange, è preoccupata di dover vincere.
Si capisce poi che significato abbiano i cocchi: sono un rimando a un altro cockatail tipico, il batida de coco. Alla seconda postazione, c’è un dado: a seconda della faccia che esce, si corre oppure si beve.
I primi a raggiungere Costantino sono gli Espatriati, che a questo punto vanno direttamente a Rio senza dover chiedere passaggi. I festeggiamenti sono oltre l’eccitazione: l’alcol ingerito si fa sentire. Passeranno la notte in hotel. Non solo, si risparmiano pure la temibile prova delle sette teche: chiavi da cercare in sette teche oscurate da un lato e piene di serpenti, insetti e paperelle di gomma.
Pinna ha quasi una reazione isterica, tanto da avere sforzi di vomito; la Forgia invece, è talmente schifata che, inconsapevole, quasi piange quando tocca le paperelle.
Finalmente, dopo tanta paura dell’ignoto, le chiavi consentono di aprire i bauletti con la busta delle indicazioni. Costantino aspetta; nessuno conosce la propria posizione di arrivo. Si scopre il mattino seguente, dopo l’ultima notte in alloggi di fortuna.
Lo annuncia Costantino: l’ultima coppia è quella delle Professoresse, che devono lasciare la gara.
Non c’è tempo di fermarsi: giusto il tempo dei saluti, e la competizione riparte. Prima bisogna scambiare 20 infradito dei passanti con altrettante nuove, poi trovare cinque brasiliani con cui cantare un brano della tradizione, Agua de marso. Il momento karaoke è sempre una garanzia, specie quando gli Espatriati riescono a raccattare solo ubriachi sulla spiaggia.
Si va verso Playa Ipanema. Le Persiane mancano per pochissimo la bandiera rossa: Pinna e Roberto le precedono con pochi secondi di vantaggio.
Si disputano la vittoria Espatriati e Antipodi. Li attende una prova vantaggio in cui trovare uomini sufficientemente muscoliso da poterne timbrare i bicipiti e donne dal classico “bum bum”: tutti insieme, devono comporre un “quadro” umano.
Vincendo, gli Antipodi si assicurano 5 minuti di vantaggio. La meta seguente è una scuola elementare, dove devono imparare a memoria una filastrocca: Pinna ha bisogno di tempo, e intanto Pascal e Kang gli sfrecciano davanti mentre escono dall’edificio.
I minuti conclusivi sono lunghissimi, perché i ragazzi si ritrovano nella Favela Chapeu Mangueira. C’è solo una persona che sa qual è il traguardo finale, l’ultimissimo, ed è una signora che ospita i conocrrenti in casa: prima di dar loro la busta, li fa aspettare dieci minuti. Non riuscendo a capire cosa stia avvenendo, Pascal e Kang pensano di dover mangiare tutti i biscotti sul tavolo; Roberto invece, si siede tranquillo e beve caffè. Pinna ogni tanto ha qualche senso di colpa per il serafico momento conviviale.
La signora rivela la meta: lo stadio Maracanà. La frenesia si impadronisce delle due coppie.
Gli Espatriati hanno un incidente di percorso lungo il tragitto: in pratica, il tassista vole i soldi che si è guadagnato trasportandoli. E sequestra il cameraman. Pascal lo prega in ginocchio, gli chiede scusa, ma l’uomo è irremovibile. Alla fine interviene Kang, che gli regala un suo cappello, dicendo che vale 300 euro.
Ora, solo un tratto in metro li separa dal, come lo definisce Costantino, “più grande tempio pagano del mondo”.
Il Maracanà è immenso, i ragazzi si trovano inizialmente sperduti, lì da soli. Si accende uno schermo che mostre le immagini più belle del loro percorso a Pechino; Costantino scende dagli spalti.
Ed eccolo, tra le lacrime di Roberto da un lato e l’adrenalina di Pascal dall’altra, che scopriamo l’epilogo. La telecamera inquadra ripetutamente in primo piano le due coppie, lasciando il dubbio su chi siano gli interlocutori di Costantino. Vincono gli Antipodi.