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Si parte con una decina di minuti di ritardo, con Crozza che finge di non voler entrare perché non ancora ristabilitosi. Anche sul palco, si ironizza sulla tremenda influenza che l’ha colpito. Solo un pensiero gli ha dato la forza di andare avanti: Matteo Renzi. Le sue frequentazioni settimanali infatti, gli hanno fornito linfa autorale: ad esempio quando al Teatro Piccolo di Milano ha paragonato l’Italia all’iPhone.
Parte l’imitazione di Renzi a Expo, che trasferirebbe lì tutte le sedi istituzionali perché Roma “porta sfiga” mentre Milano “si dimostra una città altruista”. Il Renzi di Crozza butta il libro in quanto inutile per scattare i selfie, elude le domande sul dopo Expo, tira in ballo la tecnologia senza motivo.
Tolta la parrucca, il discorso si fa serio: era prevedibile che l’esposizione universale sul cibo terminasse, eppure nessuno ha pianificato un progetto su come riutilizzare l’aerea. Adesso, a novembre, leggiamo sui giornali titoli riguardo “proposte” sul destino dei tanti ettari di terreno. Tocca quindi all’architetto Fuffas, che sta pensando a un quartiere a luci rosse.
Smessi i panni di Fuffas si ragiona sulla figura di Giuseppe Sala, in grado di organizzare l’Expo senza finire in galera, unico tra i suoi. Uomo vicinissimo alla Moratti, sembra concretizzarsi l’ipotesi che possa correre come sindaco di Milano: lo candiderebbe il PD. Passando da Alfio Marchini, contemporaneo compromesso storico tra PD e Forza Italia, si arriva a De Luca. Il tempo di cambiarsi, e il pubblico viene lasciato davanti ad un video reale del governatore campano, che assolve al naturale l’obiettivo di far ridere.
Gutturale e incomprensibile come non mai, De Luca è agguerritissimo: prima di lui, negli ospedali si operava con le palette sporche di pastiera. Pubblicità.
Si rientra in studio con un monologo sull’attico del cardinal Bertone. Viene mostrata una foto di qualche anno fa al fianco di Bergoglio, che lo guarda con un’occhiata schifata. Mentre il Papa viene fotografato vicino agli anziani a bere l’acqua del rubinetto, Bertone usa la San Pellegrino pure per farsi la doccia; tra l’altro, l’unica cosa santa in casa sua.
Il monologo prosegue virando sull’8 per mille alla Chiesa e i libri di Nunzi e Fittipaldi, fortemente attesi da Bergoglio per poter capire con chiarezza i conti del Vaticano. E l’imitazione successiva si tinge di noir, per una puntata di 007 Casinò Papal: un sinistro Bertone in penombra, vestito di rosso e in occhiali da sole, che complotta con una suora. Lei in primo piano, lui si staglia dietro. Poco dopo, la suora cercherà di strozzare Papa Francesco.
Dopo il secondo break pubblicitario, si rientra trattando il tema del sud allagato in Calabria e senza acqua a Messina. Da un lato del mare non c’è l’acqua, dall’altro troppa. Abbiamo costruito ovunque, su frane e smottamenti: tra un po’, andremo noi ad “aiutarli a casa loro”.
In scena ora Iothin Cook, che crea bisogni fino a quando saremo noi a rivolgerci alla sua Inc. Cool 8 perché ne abbiamo bisogno. Il finale è un balletto classico in punta di piedi con tanto di tutù.
Crozza chiude ringraziando gli autori e lo staff; i titoli di coda scorrono mentre vanno in onda le immagini del dietro le quinte. La linea passa a Mentana, che documenta in tempo reale un nuovo attentato a Parigi: al momento, si contano 18 morti.