Lo spot infatti segue la mattinata complicata di un papà. A causa di un guasto alla sua auto infatti, l’uomo è costretto ad attraversare la città in un’epopea interminabile: a piedi, in autobus, di corsa in alcuni tratti.
Nonostante il cofano della propria macchina fumante insomma, non si arrende, né si scoraggia quando il taxi parte proprio mentre stava per aprirne lo sportello.
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Mentre il tempo scorre inesorabile, quella dell’uomo diventa una vera missione da portare a termine: arrivare prima che sia troppo tardi. Una storia come tante altre, se non fosse per un dettaglio non certo irrilevante: il costume da supereroe indossato dal protagonista, vestito con tanto di mantello rosso, tutina azzurra e mascherina alzata sulla fronte.
Nel traffico urbano si muove questo improvvisato Superman, incurante degli sguardi della gente. Vi è infatti qualcosa di più importante delle opinioni delle persone, e l’unica preoccupazione è proseguire fino alla meta.
Un’immagine dello spot Kinder
Scopriamo presto quale sia la porta da varcare: quella di una scuola. Lo intuiamo dalla scala con i festoni appesi, da un lungo corridoio in cui campeggia la scritta “Benvenuti”. In quello stesso corridoio, un bambino viene rassicurato da una donna mascherata da Cat Woman, inginocchiata davanti a lui. Probabilmente si tratta di una maestra. Il bimbo è vestito esattamente come l’uomo: mantello uguale, tutina identica, ma a colori invertiti e con un’iniziale diversa cucita sul mantello. Il papà è riuscito ad arrivare come promesso, e i due si possono allontanare mano nella mano. Li vediamo percorrere il corridoio di spalle, forse per una recita bambini-papà o per una festa in maschera.
Un’immagine dello spot Kinder
Compare il claim: “anche questo è amore”, a sottolineare il rapporto che lega padre e figlio. Il papà infatti, non l’ha deluso e si è prestato al gioco. Ma naturalmente, non solo questo è amore; lo è anche dare la giusta colazione. E la pubblicità ci mostra la famiglia amorevolmente riunita a tavola, con il piccolo eroe già munitpo di mascherina sul viso.
Raramente gli spot si concentrano sulla figura paterna; solitamente si delega la cura e il “focolare domestico” alla mamma, con tutto ciò che ne consegue. Al contrario, il papà, tranne che per l’omonima festa, diviene semplice personaggio seduto a tavola per completare il quadretto della famiglia felice. Oppure, è associato alla compagna. Qui invece, è lui il punto di riferimento per il bambino: un cambiamento di prospettiva che testimonia come anche negli spot, dove gli stereotipi resistono e persistono, il ruolo paterno sia concepito come più attivo rispetto al passato.