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L’azienda dolciaria, i cui pandori e panettoni rappresentano un prodotto tipico sulle tavole degli italiani, punta su una canzone che rende subito ricondicibile lo spot a lei, essendo la canzone utilizzata da molto tempo. Il risultato ottenuto è però al limite dello stucchevole: un messaggio infarcito di buoni sentimenti come il protocollo del periodo vuole. In particolare, sono le parole del testo che, cantate da quella voce sottile, sono poco coerenti con il messaggio che veicolano: che senso ha che un bambino canti di “riprendere a giocare” o “riprendere a sognare” o, addirittura, “riprendere quel tempo che rincorrevi tanto”? Le prime due avrebbero senso se il bambino non vivesse nell’opulenza; di certo però, non se il contesto è formato da alberi illuminati a giorno e case addobbate senza economia.
Visivamente, lo spot Bauli è invece d’impatto. Vi si ritrovano i classici tòpoi della narrazione pubblicitaria natalizia: il ritorno a casa, la convivialità, l’unione della famiglia. Protagonista dello spot è un papà che sta, appunto, tornando a casa: si trova in treno, in procinto di entrare in stazione.
Fuori la magia del Natale tinge tutto di un’atmosfera incantata, rendendo l’arrivo speciale. O meglio, prendere il pandoro quando la stazione è vicina, cambia i luoghi. Appena infatti l’uomo si preprara a scendere, pandoro in mano, dal finestrino vede gli alberi -naturalmente innevati- trasformarsi in spettacolari giochi di luce. Anche la stazione è addobbata a festa, e all’uscita i taxi sono sostituiti da renne con tanto di slitta.
L’ambiente intorno si è trasformato in una favola a cielo aperto: le luminarie sono incantevoli, i pupazzi di neve si animano, tutto appare un sogno. Il compimento è a casa, dove l’uomo è atteso dalla famiglia riunita e da una tavola imbandita. E partono ovviamente le classiche scene di gioia rituale: il focolare domestico diviene realizzazione dell’atmosfera natalizia nonché incarnazione dello spirito natalizio.
Siamo davanti alla tipica rappresentazione del Natale, secondo le consuete linee tracciate dalle pubblicità in passato. Senza scossono innovativi né particolari idee, potrebbe essere comunque uno spot godibile. Meglio ancora se con un “audio” adeguato.
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