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Innanzitutto i dieci piccoli aspiranti pasticceri che hanno affrontato le gare, hanno mostrato una notevole bravura, una preparazione specifica che ha stupito favorevolmente, ed una inimmaginabile maturità nel far fronte alle difficili prove. Assistere alle loro performance dolciarie, alla compostezza con cui hanno reagito ai verdetti negativi, alla solidarietà mostrata verso i compagni in difficoltà, riesce a riconciliare, in qualche modo, con il piccolo schermo.
Bambini che infornano e sfornano dolci superlativi diventano protagonisti televisivi in maniera meno discutibile dei piccoli colleghi canterini che, a dieci anni, inneggiano all’amore e alle passioni del cuore. I piccoli pasticceri preparano torte ma non abdicano alla loro età. Al contrario la vivono.
Non sappiamo, e forse non lo sapremo mai, quanto di spontaneo e di improvvisato ci sia nel comportamento dei dieci piccoli protagonisti. Non sappiamo, in altre parole, se, dietro un comportamento perfetto, ci sia la mano sapiente di una regia che ha guidato i concorrenti. Ma siamo portati a pensare che, pur con una accurata preparazione, l’animo infantile spesso sfugge alle regole imposte e mostra il suo naturale candore.
I bambini di Junior Bake off Italia sono stati più convincenti dei piccoli colleghi di Junior MasterChef. Hanno respirato un’atmosfera differente, meno competitiva e più serena. Sono stati inseriti con delicatezza nel meccanismo del “gioco della pasticceria” assistiti dalla presenza “quasi materna” di Benedetta Parodi che si è sforzata al massimo per stemperare la tensione della gara e gli imprevisti che spesso hanno rovinato le preparazioni pasticcere dei concorrenti.
I due giudici Ernst Knam e Clelia D’Onofrio hanno seguito le orme della Parodi, dispensando sorrisi e incoraggiamenti. E alla fine hanno portato a termine il loro compito. Certo, spesso si avvertiva uno sforzo nell’approccio, non facile, con bambini in gara. Ed è stata proprio la competizione uno degli ostacoli più difficili da affrontare per farla vivere in serenità ai mini pasticceri.
Il montaggio del programma, registrato con ampio anticipo, ha seguito le medesime regole del cooking show per adulti. In questa fase qualcosa di costruito in funzione dello spettacolo, lo abbiamo notato. I commenti dei bambini prima, dopo e durante le prove, avevano qualcosa di innaturale. Insomma sembrava quasi recitassero un piccolo copione che seguiva pedissequamente quello per gli adulti.
Ci è piaciuta anche la sensibilità degli autori che, nella seconda puntata non hanno eliminato alcun concorrente e abbiamo apprezzato le parole di elogio avute dai giudici per la bravura dei bambini. Certo, scoprire che si ha in casa un genietto del forno, deve essere, per i genitori una piacevole sorpresa. L’importante è che la passione per i dolci rimanga a livello di gioco e di hobby. Guai a trasformarla in attività speculativa o in quel presenzialismo televsiivo che trasforma i bambini in piccoli mostri al servizio degli adulti.