Si presenta così la puntata d’esordio di Panariello sotto l’albero, andata in onda martedì 22 novembre su Rai1 in prima serata. Un esordio deludente, uno show dal quale ci si attendeva un guizzo di genialità creativa, dopo oltre dieci anni di assenza del padrone di casa dagli schermi di viale Mazzini.
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Panariello ha ripercorso gli schemi del suo passato che si chiama Torno sabato ospitando Tosca D’Aquino che gli era stata accanto in tutte le edizioni presentate. Ha cercato di ringiovanirli con una immersione nel presente: una sorta di operazione 2.0 del vecchio show purtroppo non riuscita nonostante gli sforzi degli amici di sempre, Leonardo Pieraccioni e Carlo Conti e dei giovani idoli del presente come Emma Marrone, I Negramaro e Il Volo.
Malinconico e imbarazzante il giudizio sulla parodia di C’è posta per te, gestita in prima persona da Carlo Conti trasformatosi in una sorta di De Filippi al maschile. Ma subito dopo è arrivata davvero la conduttrice del people show di Canale 5 dimostrando come un programma di Rai1, sia esso Sanremo o un semplice varietà, non possa più fare a meno dei personaggi della concorrenza. E naturalmente, quando Mediaset dà in prestito i gioielli di famiglia, non consente che facciano brutte figure su emittenti ufficialmente, avversarie: così, martedì sera la rete leader di Cologno Monzese proponeva come contro-programmazione a Rai1, un innocuo filmetto natalizio.
Vi si aggiunga che Emma Marrone, “amica defilippiana”, ha avuto ampi spazi all’interno dello show. Confermando che la parte musicale dello show è stata più gradevole.
Ancor più imbarazzante la presenza del Pulcino Pio (era Panariello travestito) che metteva a dura prova l’ugola accompagnato da i ragazzi de Il Volo. E’ vero che Conti voleva parodiare il suo programma “I migliori anni della nostra vita” trasformandolo in “I migliori danni della nostra vita”. Ma l’effetto trash si è manifestato in maniera troppo evidente.
Migliori sono apparsi i monologhi di Panariello, anche se gli argomenti erano scontati, ma almeno è partito qualche messaggio di valenza sociale. Alcune piccole trasgressioni al solito copione, si son trovate nel monologo sulle indulgenze del Giubileo e su quello in cui Panariello ha proposto la parodia di Dante Alighieri. Peccato che il tutto sia stato rovinato dalla parte finale cantata. Sembrava una sorta di cattiva riproposizione del vecchio varietà anni Sessanta.
Tra i personaggi riproposti, è tornato dal passato Naomo: unica attualizzazione del personaggio la candidatura a Sindaco di Roma. Migliore si è dimostrata la parodia del Barbone moderno, ovvero del professionista che ha perso lavoro e casa.