Assistiamo alla conferenza stampa di presentazione della fiction. Tutte le dichiarazioni degli intervenuti.
Si parte dando la parola ai produttori.
“La storia produttiva di questo progetto è italiana: Domenico Procacci ha acquisito i diritti diversi anni fa” esordisce il co-produttore Lorenzo Mieli di Wildside. “Siamo andati insieme a proporre un prodotto artigianale a HBO e successivamente ci siamo recati da Tim Vision”. Domenico Procacci aggiunge: “dal punto di vista produttivo ha funzionato molto bene, in Italia è poco usuale associarsi tra case di produzione. Quando abbiamo acquisito i diritti erano stati scritti solo i primi due libri. Wildside stava già lavorando con a “The Young Pope” e la Rai – tenendo conto dell’evoluzione che ha avuto negli ultimi tempi – ci è sembrato l’interlocutore migliore e nel frattempo l’appeal di questo progetto era cresciuto essendo scoppiata anche la ferrante fever”.
Francesca Orsi di Hbo non nasconde l’entusiasmo di aver aderito a questo progetto e la stima verso il cineasta: “sapevamo di essere in buone mani con Saverio Costanzo”; mentre la Morelli di Timvision evidenzia come “L’amica geniale” sia il primo progetto sposato da loro: “crediamo che la moltiplicazione dei mezzi di fruizione arricchisca l’opera invece di renderla più povera”
Tinni Andreatta, direttore di Rai Fiction, sottolinea “tutto il talento, quello di Saverio Costanzo, ma anche di chi è davanti alla macchina da presa è italiano. È una storia che può mettere insieme tanti pubblici diversi. Affronta i temi del femminile e dell’emancipazione ripercorrendo parallelamente tutta la storia del nostro Paese”.
Partono le domande dei giornalisti.
Come avete operato sulla scrittura dato che avete lavorato con la Ferrante, la cui entità è misteriosa?
Direi che più che avvertire la responsabilità – visto il grande successo dei libri – è stato un privilegio lavorare con le bambine e poi con le ragazze.
Saverio, si è interrogato sul successo della quadrilogia?
“Con loro quattro”, racconta il regista, “nel momento in cui le ho conosciute la prima volta ho avuto subito chiaro in mente che fossero loro. Ludovica dice: noi siamo state noi stesse ed è giusto che lo dica a undici anni, ma innegabilmente hanno fatto una performance. Se loro sono state più che all’altezza dei loro personaggi è perché la Ferrante aveva costruito delle “scarpe”, con descrizioni ad hoc.