Si tratta di due puntate dedicato alla figura di Roberto Mancini, un poliziotto che aveva investigato per oltre 30 anni per cercare di capire i misteri che si nascondevano nella cosiddetta terra dei fuochi in Campania. Mancini è una figura dunque reale, un poliziotto tutto d’un pezzo scomparso purtroppo per un tumore nel 2014. Il male era stato causato dalla contaminazione con sostanze radioattive nel corso dei sopralluoghi da lui fatti in quella fascia di terra campana che ancora è nell’occhio del ciclone.
Giuseppe Fiorello pur interpretando personaggio vero, porta però un nome diverso nella fiction. Il protagonista si chiama infatti, Marco Giordano ma la figura e l’operato sono ispirati a quanto ha fatto Roberto Mancini.
Il poliziotto è morto il 30 aprile del 2014. Era talmente terribile la malattia dalla quale è stato colpito che nessuna operazione al midollo osseo, delle tante a cui si è sottoposto, è riuscita a strapparlo alla morte. Aveva solo 53 anni e aveva trascorso tutta la sua carriera a servizio dello Stato, uomo integerrimo e leale. {module Pubblicità dentro articolo}
Da sottolineare inoltre che Roberto Mancini non era neppure un uomo della Campania, era romano e ha iniziato queste sue ricerche con un pool di collaboratori molto preparati e disposti a tutto pur di far luce sui veleni di una terra dominata dalla malavita organizzata.
Beppe Fiorello si cala nel ruolo di Roberto Mancini, non solo come attore: infatti è stato collaboratore alla scrittura e alla produzione. La regia delle due puntate è di Enzo Monteleone. Nel cast ci sono anche Massimo Popolizio, Paolo Briguglia, Maddalena Crippa e Emina Tchpeleva. {module Pubblicità dentro articolo}
La miniserie parte con le prime immagini di Marco Giordano che arriva in Campania, in particolare nella terra dei fuochi, per una semplice indagine legata ad usura, quindi nulla a che vedere con quella che sarebbe stata poi l’indagine principale della sua carriera. Proprio durante il suo soggiorno in zona viene a sapere di questa drammatica realtà. E capisce subito che deve impegnarsi in tutti i modi possibili per tentare di scoprire chi si nasconde dietro questo trasporto nella zona dei rifiuti tossici. Saranno anni di duro lavoro investigativo nel corso dei quali Marco Giordano vedi morire sotto i suoi occhi moltissimi abitanti della zona, uno tra tutti Vincenzino, un bambino deceduto per tumore. Intuisce che la causa è rappresentata da quelle discariche si stanno letteralmente mangiando la terra, inquinando l’acqua e persino l’aria che si respira.
Andrà avanti così scoprendo discariche nascoste ed esponendosi senza nessuna protezione ai veleni e alle esalazioni. Scoprirà nomi di molti personaggi che sui rifiuti tossici hanno costruito una fortuna economica. Si batterà con tutte le sue forze, nessuno riuscirà a domarlo. Purtroppo ci riuscirà la malattia che lo consuma e lo porta via nel giro di pochissimo tempo.
Beppe Fiorello torna su Rai 1 a circa un anno di distanza de “L’angelo di Sarajevo“, miniserie in due puntate liberamente tratta da un libro di Franco Di Mare. Il giornalista, attuale conduttore de La vita in diretta aveva raccontato la storia vera di una sua esperienza a Sarajevo e l’adozione di una bambina che successivamente è diventata sua figlia.