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Ecco come si sono svolti i fatti, raccontati a suon di comunicati inviati sia dalla redazione del tg satirico di Canale 5, sia da parte dell’ufficio stampa Rai.
Il primo ad arrivare è stato il comunicato di Striscia. Ecco il contenuto
Qualche mese fa Antonio Ricci è stato contattato da Giorgio Verdelli, autore Rai e amministratore unico di Sudovest Produzioni, che gli ha chiesto di intervistarlo per un programma di Rai2 dedicato a Enzo Trapani. Ricci, di solito molto restio a parlare davanti ai microfoni, in questo caso aveva accettato: ha sempre riconosciuto Trapani come suo maestro (gli ha dedicato anche un programma televisivo in 16 puntate: Free Dog: fantastico Trapani, andato in onda nel 1990 su Rai2). E di Trapani è stato l’allievo prediletto.
A pochi giorni dalla data fissata (il 16 ottobre) è giunta però un’imbarazzata telefonata dell’autore: tutto cancellato (questa la sintesi), dal momento che Andrea Fabiano, direttore di Rai2 «non gradisce la presenza di Ricci nei programmi del servizio pubblico».
«L’editto Fabiano è una discriminazione gaglioffa e inconcepibile», dichiara Antonio Ricci. «Tra l’altro non sono neppure un dipendente Mediaset, ma un libero professionista senza vincoli di esclusiva. A me non piace comparire in Tv, ma mi ero messo gratuitamente a disposizione del servizio pubblico per il debito di riconoscenza che provo tuttora per il mio Maestro Enzo Trapani, di cui sono rimasto, almeno fino a oggi, l’unico discepolo vivente».
Immediata la risposta della Rai
In merito a quanto dichiarato da Antonio Ricci, si precisa che a nessun dipendente o collaboratore di Rai2 è stato mai dato il consenso di chiedere una sua intervista per una trasmissione televisiva della Rete. Un’eventuale richiesta al signor Ricci in questo senso, sarebbe comunque da considerarsi frutto di iniziative personali prive della necessaria autorizzazione preventiva.
Segue la contro replica
Non sapevamo che in Rai occorresse il consenso per chiedere interviste. E pensavamo che la “necessaria autorizzazione preventiva” per intervistare un personaggio pubblico fosse una pratica estinta insieme con il Minculpop di fascista memoria”.
Fin qui i fatti, o meglio i comunicati. Vedremo se ci sarà un seguito.