Alla presentazione del progetto sono intervenuti Federico Cafiero De Raho – Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Silvia Calandrelli – Direttore Rai Cultura e Graziano Conversano – Regista. In platea, nella sala degli Arazzi di Viale Mazzini, dove si è svolta la conferenza stampa, c’erano anche Caterina Chinnici, Pietro Grasso con la moglie Maria, il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il questore di Roma Guido Marino.
Ecco tutte le dichiarazioni degli intervenuti
Silvia Calandrelli responsabile di Rai Cultura prende la parola: Il processo che raccontiamo nella docu- serie è stato uno spartiacque nella lotta alla mafia iniziato il 10 febbraio del 1986. Ci furono 476 imputati, 200 avvocati, ottomila pagine di sentenza. Furono dati 19 ergastoli e 2665 anni di carcere complessivo.
Federico Cafiero De Raho spiega: dopo l’arresto di Michele Greco iniziarono a sfilare sul Pretorio dell’aula bunker i grandi boss di mafia che per anni avevano avuto il totale controllo della città di Palermo. Tra queste c’era Pippo Calò soprannominato il Cassiere della mafia. Fu lui il primo che nel corso della difesa si rivolse duramente a Tommaso Buscetta chiamato Il boss dei due mondi. La deposizione di Buscetta era molto attesa e avvenne il 3 aprile del 1986 e fu il momento chiave del processo. La docu-serie parte proprio da questi eventi.
De Raho continua: il confronto tra Buscetta e Calò fu uno dei momenti chiave di tutto il dibattimento. I due furono messi faccia a faccia e l’uno con l’altro. Calò accusò Buscetta di essere diventato inaffidabile anche dal punto di vista personale. Il boss dei due Mondi invece molto ferocemente gli disse di essere il responsabile della sparizione dei suoi due figli. Poi addirittura fa riferimento ad un delitto che era finora rimasto nell’ombra e del quale Buscetta accusa Calò di essere stato il responsabile.
Il regista Graziano Conversano svela : abbiamo girato nei bunker e addirittura in quei luoghi dove i boss della mafia facevano sparire i propri avversari uccidendoli e dopo sciogliendoli nell’acido. La documentazione che offre la serie è a 360° perché nulla è stato lasciato in penombra e tutto è venuto alla luce in maniera chiara. Le camere della morte di cui avevamo solo sentito parlare vengono alla luce e noi le abbiamo riprese.
Conversano riprende la parola: Il racconto unisce il documentario e fiction e attinge alle 1200 ore di girato sulle udienze custodite, restaurate e digitalizzate dalle Rai Teche Rai. La Rai fu infatti l’unica emittente a essere autorizzata a seguire il processo. Il racconto si affida alla voice over di Franco, un giornalista Rai interpretato da Giovanni Guardiano. Vuole rappresentare il gruppo dei cronisti che documentarono l’intero processo non solo per l’Italia ma anche per una più vasta platea internazionale.
Ancora il regista: nella squadra ci sono anche il cameraman Gianni (Fabrizio Colica) la montatrice Teresa (Chiara Spoletini)
Ancora De Raho: non è più possibile che uno come Matteo Messina Denaro si sottragga all’arresto, è una storia che dev’essere “necessariamente” chiusa, una latitanza a cui porre termine.