{module Pubblicità dentro articolo}
Il documentario è diretto da Paolo Caredda, che lo ha anche scritto insieme ad Alvise Renzini. Il lavoro ripercorre la vita di Pazienza attraverso il ricordo di amici e colleghi, ma ne sottolinea anche l’impatto sull’immaginario collettivo: un contributo che, a volte senza nemmeno saperlo, non ignorano nemmeno i più giovani.
I personaggi di Paz sono la rappresentazione della ribellione del loro autore all’ipocrisia intellettuale: scorretti, ruvidi, i protagonisti nati dalla matita dell’artista sono stati un esempio di libertà dai canoni precostituiti. Pentothal, Astarte, Pompeo, Zanardi, ma anche il Pertini partigiano e papa Giovanni Paolo II che osserva le stelle chiedendosi “e se esistesse veramente?”: Pazienza è testimone di un’epoca, di cui ha catturato la cultura. E in tutte le sue opere emerge il rigetto del perbenismo imperante e del conformismo.
Il documentario di Sky Arte racconterà tutto questo, con uno sguardo al momento storico che ha attraversato le vignette di Pazienza: gli anni della prima Repubblica, la contestazione giovanile, l’eroina. Ad aprire e chiudere la narrazione, le note di una canzone di Enzo Carella, Malamore. Il canale torna così a portare il fumetto sul piccolo schermo.
Nato il 23 maggio del 1956 a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, Andrea Pazienza sarà uno dei fondatori della rivista Frigidaire e si rivelerà un artista prolifico come pochi altri, capace di alternare nella sua produzione gli stili di disegno più vari. Dal grottesco alle linee stilizzate, dal tratto pulito al tratteggio più fitto, Paz ha anche disegnato locandine, copertine di dischi, realizzato scenografie teatrali, campagne pubblicitarie e insegnato nella scuola di Fumetto di Bologna. Una vita breve, 32 anni appena, ma unica nella sua intensità artistica.
In occasione di quello che sarebbe stato il suo sessantesimo compleanno, la rete e le testate stanno celebrando l’artista un po’ in tutta Italia. Singolare invece che, proprio mentre se ne omaggia la figura un po’ ovunque, la sua città natale, San Benedetto del Tronto, non abbia eventi in programma per ricordare uno dei suoi figli. Un talento raro, sensibile e disincantato, di cui il paese avrebbe certamente ancora bisogno.