Dopo averci portato al Colosseo, simbolo per eccellenza della Capitale, entrato a far parte delle 7 meraviglie del mondo moderno, Osvaldo Bevilacqua dedica la festività dell’Immacolata Concezione a raccontare curiosità e scorci inediti della Capitale.
Ma lo fa con un accompagnatore d’eccezione: Dario Argento. Un vero e proprio “romano de Roma” che forse pochi conoscono sotto questa veste.
Il maestro del brivido Dario Argento racconta ad Osvaldo Bevilacqua quali sono i suoi luoghi preferiti del quartiere Coppedè, un angolo di Roma dalle fattezze inaspettate e re, un fantastico miscuglio di arte Liberty, Art Decò, con ispirazioni di arte greca, gotica, barocca e addirittura medievale.
In particolare, il quartiere Coppedè è situato a Roma, nel quartiere Trieste, tra piazza Buenos Aires e via Tagliamento. Pur non essendo propriamente un quartiere, venne così chiamato dallo stesso architetto che lo ha progettato e da cui prende il nome, Gino Coppedè.
Osvaldo Bevilacqua visiterà la chiesa di Santa Maria in Via, poco conosciuta ma molto interessante, dedicata alla Madonna del Pozzo la cui storia verrà raccontata dal priore Padre Moreno.
Entrerà poi in una libreria antiquaria, l’unica ad avere un reparto intero dedicato a libri antichi che parlano di Roma.
Continuando il suo percorso romano, Osvaldo Bevilacqua si ferma nello storico ristorante di cucina romana della sorella di Aldo Fabrizi. I nipoti che ora lo gestiscono ci proporranno la ricetta degli gnocchi alla matriciana.
Gran finale con il coro dei bambini “diretto” da suor Paola, la religiosa-tifosa più famosa della tv. Ricordiamo che la religiosa è stata la fondatrice di un’associazione di volontariato il cui obbiettivo è aiutare persone vittime di violenze e fornire assistenza a ragazze madri, bambini, detenuti e famiglie disagiate.
Maria Teresa Giarratano visiterà la Piramide Cestia. Chiamata anche Piramide di Caio Cestio, è una piramide di stile egizio, sita a Roma vicino a Porta San Paolo e al cimitero acattolico, la cui costruzione fu completata nel 12 a.C.
E’ uno dei monumenti meglio conservati di quella parte di Roma che si trova fra Testaccio e Ostiense.
Osvaldo Bevilacqua racconta che la presenza di un monumento funebre in forma di piramide a Roma si deve probabilmente al fatto che l’Egitto era divenuto provincia romana alcuni anni prima, nel 30 a.C., e la cultura sontuosa di questa nuova provincia stava venendo di moda anche a Roma.