Il film sarà poi replicato da Rai 5 domani martedì 22 gennaio in prima serata alle 21:15.
Con la regia di Laszlo Nemes recitano i seguenti attori Géza Röhrig, Levente Molnár, Urs Rechn, Björn Freiberg, Sándor Zsótér, Todd Charmont, Christian Harting e Attila Fritz. Il regista ha contribuito anche alla sceneggiatura insieme a Clara Rojer.
Il titolo originale è Saul fia.
La pellicola si inserisce nell’insieme di celebrazioni della Rai per il giorno della memoria, ovvero il 27 gennaio. Il film ha partecipato al Festival di Cannes 2015 ed ha vinto il Grand Prix Speciale della giuria. Inoltre nel 2016 ha vinto il Golden Globe e il Premio Oscar come miglior film straniero. É stato premiato anche in Italia con il David di Donatello nello stesso anno come Miglior film dell’Unione Europea consegnato al regista.
Le riprese si sono svolte tutte in Ungheria ed alcune anche nei campi di concentramento costruiti dai nazisti.
Il figlio di Saul | trama
Il protagonista è Saul Auslander (Géza Röhrig) un ebreo ungherese deportato nei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Siamo nel 1944 in pieno conflitto mondiale e la persecuzione degli ebrei è diventata sempre più intensa.
Auslander è stato reclutato in un gruppo chiamato Sonderkommando: con questo termine si identificavano, deportati di origine ebraica, costretti a collaborare con le autorità naziste all’interno dei campi di sterminio.
Questo gruppo di prigionieri era isolato da tutti gli altri ed assisteva giorno dopo giorno ad atrocità inaudite. In particolare il protagonista Auslander deve rimuovere i cadaveri dalle camere a gas e poi cremarli.
Il gruppo di cui fa parte Saul è deciso a sopravvivere e si prepara così ad una rivolta prima che venga stilata un’altra lista di condannati a morte. Un giorno però Saul, nel corso del proprio macabro lavoro riconosce nel cadavere di un ragazzino il proprio figlio. Naturalmente la sua sofferenza è enorme e vuole evitare al piccolo la cremazione. Pensa di offrirgli una degna sepoltura.
Questo sarà il suo obiettivo e così si mette alla ricerca di un rabbino che possa recitare le preghiere dei morti ed accompagnare il bambino verso l’altra vita.
Il figlio di Saul fa parte di una serie di pellicole realizzate per spiegare dettagliatamente agli spettatori quanto sia stato grande l’orrore della Shoah. Non a caso la vicenda, ispirata da una storia vera, è stata girata in Ungheria.
Il regista Laszlo Nemes, al suo esordio dietro la macchina da presa, ha documentato nella maniera migliore la grande sofferenza di un padre che vede il cadavere di un ragazzino nel quale riconosce il figlio e vuole sottrarlo alla ingiuria dei forni crematori comuni. Non vuole che il cadavere del bambino diventi uno dei mille corpi affidati alla distruzione dei forni crematori.
Saul è anche un personaggio simbolo. Racchiude in sé stesso l’amore paterno e l’orrore per quanto sta accadendo. Ha come scopo l’obiettivo di conservare l’integrità del corpo del figlio secondo i precetti della religione ebraica.
Man mano che il film va avanti Saul prosegue nel suo cammino. Ed è proprio questo scopo a mantenerlo ostinatamente in vita.