Indice dei contenuti
- 1 Qual è stato il primo libro che ha segnato il suo percorso letterario?
- 2 Ci racconta come è successo?
- 3 Successivamente ha continuato a leggere?
- 4 Che tipo di studi ha fatto?
- 5 Immagino che conosceva benissimo Shakespeare?
- 6 Tanti libri. Avrà una libreria di dimensioni colossali.
- 7 La libreria con cassette di frutta
- 8 Le sue letture sono condizionate anche dai ruoli che interpreta in cinema, in tv ed in teatro?
- 9 Lei è siciliano, non ama gli scrittori della sua terra?
- 10 Lo studio di Andrea Tidona
- 11 Che ci dice degli scrittori contemporanei?
- 12 Infine, qual è il libro che ha attualmente sul comodino?
Un professionista in grado di risolvere le situazioni più delicate. Ma Andrea Tidona annovera, nel suo lunghissimo curriculum, tra i tanti ruoli ricoperti, la partecipazione a “La vita è bella” di Roberto Benigni. E’ stato il giudice Falcone nella serie Il capo dei capi, ha recitato in “Nassirya”, in “Butta la luna” con la regia di Vittorio Sindoni e lo scorso anno i telespettatori di Rai1 lo hanno visto nella serie “Ragion di Stato“. Non tutti sanno però che Tidona è anche un ottimo doppiatore. Ha prestato la sua voce ne “La carica dei 101” e ha doppiato John Malkovich ne “L’educazione Siberiana”.
Con tanti impegni Andrea Tidona è anche un lettore onnivoro come ci svela, in un pomeriggio d’estate, nel suo buen retiro nelle splendide campagne viterbesi.
Qual è stato il primo libro che ha segnato il suo percorso letterario?
Il primo in assoluto è stato “Il processo di Kafka“, mi ha fatto comprendere come deve essere realizzata la costruzione di un vero romanzo. Ero un ragazzino di soli 16 anni quando ho incontrato questo grande scrittore.
Ci racconta come è successo?
Per caso. Io ero un affezionato della serie “I Gialli Mondadori“. Li compravo ad ogni uscita. Amavo ed amo ancora, Maigret, Agatha Christie, Nero Wolfe. Una settimana quel libro tanto atteso de “I Gialli Mondadori” non era in edicola. Ho notato però esposto un titolo a me sconosciuto, “Il processo” ed ho pensato che la storia fosse un argomento di avvocati e di legali, il mio genere preferito, così l’ho comprato. Dalle prime pagine ho capito invece che era tutt’altra cosa, sono stato catturato ed affascinato da questa imponente costruzione realizzata da Kafka. Il libro l’ho letteralmente divorato in un solo giorno. L’indomani ho chiesto ai miei amici di parlarmi di Kafka. Allora non c’era Internet e le ricerche erano più complicate. Dalle spiegazioni dei miei compagni più grandi ho quindi conosciuto e apprezzato ancor di più la mole artistica di Kafka.
Successivamente ha continuato a leggere?
Certo, ho conosciuto Pirandello, poi Sartre, Camus, l’esistenzialismo e i grandi classici. Ho letto “Il Don Chisciotte” ma non sono riuscito a leggere “La Recherche” di Proust e “L’Ulisse” di Joyce. Mi riprometto però un giorno di farlo.
Che tipo di studi ha fatto?
Ho frequentato l’Istituto Tecnico e quindi non ho avuto una buona conoscenza della filosofia. Quando ho cominciato a recitare a teatro mi sono imbattuto in Platone, Aristotele, Euripide che non conoscevo. A questo punto sono stato preso da un desiderio irrefrenabile di avvicinarmi al pensiero di tali personaggi. Ho chiesto ad un mio amico che preparava un esame di filosofia, di farmi partecipare ai suoi studi. E così con lui in pochi mesi ho fatto tutto il percorso del liceo classico sui grandi scrittori della filosofia. Da qui il passo è stato breve verso testi di sociologia e di politica. Successivamente sono arrivato ai saggi.
Immagino che conosceva benissimo Shakespeare?
Ho due venerazioni. La prima è proprio per Shakespeare, non solo perché l’ho recitato tra l’altro ne “Il Re Lear” ma soprattutto perché il Bardo è in grado di leggere l’animo umano ed interpretarlo sotto forma di poesia. La seconda grande ammirazione è per Dostoevskij. Amo in particolare “L’idiota” di cui c’è stata una trasposizione televisiva negli anni 60 con Giorgio Albertazzi.
Tanti libri. Avrà una libreria di dimensioni colossali.
Le mie librerie sono particolarissime. Una, la più grande, è realizzata con cassette di frutta sovrapposte una sopra l’altra, si tratta di cassette molto grandi e sono complessivamente 42. Ad ognuna nella parte bassa ho tolto il fondo e vi ho realizzato degli sportellini. Tutte sono agganciate con un filo di ferro e l’effetto che ne scaturisce è davvero molto singolare. Tenga presente che quando ho comprato questa casa la mia condizione economica non mi consentiva di realizzare grossi investimenti nell’arredamento. Col passare del tempo questa soluzione così originale mi è piaciuta tanto ed ho deciso che sarebbe rimasta.
La libreria con cassette di frutta
Le sue letture sono condizionate anche dai ruoli che interpreta in cinema, in tv ed in teatro?
Certamente, quando devo calarmi in un personaggio cerco di conoscerlo a fondo documentandomi su tutto quello che può rimandarmi all’epoca in cui ha vissuto. Ad esempio nella fiction andata in onda su Rai Uno dedicata a De Gasperi io interpretavo Togliatti. E per offrire il meglio di me stesso al personaggio ho letto moltissimo, in primis la biografia di Giorgio Bocca su De Gasperi. Un’occasione per avvicinarmi a libri che forse mai avrei letto precedentemente.
Lei è siciliano, non ama gli scrittori della sua terra?
Certo ho letto di tutto, da Pirandello a De Roberto, da Tomasi di Lampedusa a Camilleri. Ed ho comprato anche una storia della Sicilia scritta dall’inglese McSmith.
Lo studio di Andrea Tidona
Che ci dice degli scrittori contemporanei?
Li amo di meno, sinceramente non riesco ad orientarmi nella loro scrittura dopo aver apprezzato la profondità di autori del passato.
Infine, qual è il libro che ha attualmente sul comodino?
É di Simenon. Il titolo è “Lettera al mio giudice” ed ho finito da poco di leggerlo.
{module Macchianera}