In una parte consistente dei casi, l’impressione è che da questa serata ci si possano aspettare versioni dei brani più accattivanti e stimolanti. Rimane un certo grado di incertezza legato ad alcuni accostamenti imprevedibili tra gli artisti, ma di base le potenzialità sono buone e la curiosità è tanta.
Ecco gli ultimi otto duetti presi in considerazione. Qui e qui potrete reuperare l’analisi relativa agli altri accostamenti.
Nino D’Angelo e Livio Cori con i Sottotono
Non per la classifica, ma Nino D’Angelo e il giovane rapper Livio Cori potrebbero dire la loro. In ogni intervista, viene chiesto a Cori se c’è lui dietro il progetto di Liberato, per alimentare il gossip musicale. Ma il fatto più interessante è che il napoletano e la napoletanità – come dimostra anche Liberato – hanno dimostrato di poter assumere forme nuove e interessanti nella commistione di linguaggi di una certa musica contemporanea. “Un’altra luce” di Nino D’Angelo e Livio Cori, tuttavia, coglie solo in parte questa opportunità.
Intanto, nella serata dei duetti riportano sul palco i Sottotono, storico gruppo hip hop italiano, scioltosi proprio poco dopo la partecipazione a Sanremo 2001. Non sarà facile trovare un equilibrio, oltretutto adatto ad un palco come quello del Festival, però meritano attenzione.
Enrico Nigiotti con Paolo Jannacci
Nigiotti era uno dei nomi caldi per un buon piazzamento a Sanremo 2019, non fosse altro per il seguito che è riuscito a costruirsi con i suoi trascorsi. Certo, “Nonno Hollywood”, dedicata al nonno scomparso, sulla carta non è in grado di promettere grossi exploit.
Il sodalizio con Paolo Jannacci ha tutta l’aria di poter funzionare e di regalargli qualcosa in più.
Negrita con Enrico Ruggieri e Roy Paci
I Negrita hanno perso, da qualche album, non poco della verve del loro periodo migliore, quel guizzo che in un verso illumina le canzoni. Però non hanno mai rinunciato alla voglia di dire qualcosa di costruttivo. A Sanremo 2019 hanno portato un brano, “I ragazzi stanno bene”, di tutto rispetto da questo punto di vista.
L’accostamento con Ray Paci ed Enrico Ruggeri è interessante, anche se è un altro di quelli che va calibrato con cura.
Una delle collaborazioni più intriganti della quarta serata. Tre stili diversi (nel caso dei Calibro 35, molto diversi) per Ghemon – alla ricerca continua di uno tratto stilistico tutto suo – possono essere solo valore aggiunto. Con Diodato, le cose funzionarono egregiamente già a Sanremo 2018, quando Ghemon diede manforte a lui e Roy Paci proprio nella serata dedicata ai duetti. I Calibro 35, dal canto loro, sono in grado di impreziosire come pochi.
Paola Turci con Beppe Fiorello
Considerando le loro sensibilità artistiche, è verosimile che “L’ultimo ostacolo” non verrà stravolta. La canzone racchiude in sé una certa volontà di mantenersi nei territori musicali abituali di Paola Turci ed è improbabile che scelgano qualcosa di diametralmente opposto per la quarta serata.
La presenza di Beppe Fiorello lascia pensare a pochi elementi ben assestati – magari anche recitativi – che cambino l’abito del brano per valorizzarlo, concedendo al pubblico un nuova prospettiva d’ascolto.
Mahmood con Guè Pequeno
“Soldi” di Mahmood è una delle proposte più marcatamente contemporanee di Sanremo 2019. Il merito del giovane artista italo-egiziano è quello di esser stato capace di portare questa freschezza al Festival, senza lasciare che ciò coincidesse con mancanza di identità o pochezza artistica.
Guè Pequeno è un veterano del rap italiano, protagonista dell’ascesa di un filone di quel genere in casa nostra, dalla nicchia ai numeri grandiosi di oggi. È anche molto attento a tutte le novità che sono in grado di proporre giovani come Mahmood, c’è da scommettere che la versione della canzone ne risentirà positivamente.
Ma esiste un dubbio: quando si è affacciato su palchi come quello sanremese, spesso non ha affatto convinto.
Ex-Otago e Jack Savoretti
Un connubio interessante in quanto a stile. Il britannico Jack Savoretti potrebbe essere in grado di smuovere non poco le acque in casa Ex-Otago – con i quali non c’è sovrapponibilità stilistica, ma una compatibilità stimolante – non fosse che “Solo una canzone” ha fatto notare qualche difficoltà ad imporsi sul palco dell’Ariston. Resta comunque un duetto su cui varrà la pena concentrarsi, con sorprese piacevoli lì dietro l’angolo.
The Zen Circus con Brunori Sas
La band di Andrea Appino ha scelto il cantautore Brunori Sas per rivedere il brano “L’amore è una dittatura”. Apparentemente, due opposti che dovranno inventarsi qualcosa di livello per poter amalgamare i propri stili. In realtà, soprattutto considerando lo stile di scrittura, questo è un altro dei duetti candidato a regalarci buona musica.