Sinceramente non si comprendono i motivi per i quali il conduttore, Fabio Fazio abbia gridato ad una sorta di miracolo, inneggiando alla Rai e ai suoi vertici per aver mantenuto fede al primitivo calendario della manifestazione. Una nazione civile dovrebbe sapere che quelle di Sanremo sono solo canzonette, mentre la partita politica dovrebbe essere lontana mille anni luce da una semplice gara canora.
Invece da noi si amplifica tutto all’ennesima potenza, perchè diamo troppo spazio e troppa importanza al Festival di Sanremo. Uno dei motivi, infatti, per i quali si volevano spostare le date, è proprio la full immersion di tutte e tre le reti Rai nella kermesse. Già dal prossimo gennaio, appena usciti fuori dal periodo delle festività, ci si immerge nel clima sanremese. Tutte le trasmissioni, dai talk show ai programmi di intrattenimento, dedicano molto spazio se non addirittura la totalità del tempo a disposizione, al festival e a tutto ciò che vi ruota intorno. Da Unomattina fino a tarda notte è un continuo e quasi ossessivo argomentare sui cantanti, gli ospiti, i pettegolezzi sulla gara e sui personaggi, sui conduttori e le vallette. Insomma senza un minimo di respiro non si parla d’altro. Persino Bruno Vespa dedica una lunga puntata di Porta a porta alla kermesse prima dell’inizio. Domenica in va in onda da Sanremo la domenica prima della gara e quella dopo la proclamazione del vincitore. Naturalmente una marea di inviati invade la cittadina della riviera. Sono gli inviati di tutte le trasmissioni delle tre reti di viale Mazzini ai quali si accodano quelli delle trasmissioni radiofoniche.
Il timore era dunque che Sanremo potesse distogliere l’attenzione dalla politica. In altre parole quelli che, tradizionalmente cantano all’Ariston potevano interessare più di quelli che a cantare non ci pensano proprio, neppure nelle tribune politiche. E poi: dove si sarebbe trovato lo spazio e la collocazione per inserire i programmi elettorali?
Tutte queste preoccupazioni sono state evidentemente superate se i vertici Rai hanno sapientemente deciso di lasciare invariate le date originarie del festival. Si attenderà dunque che il popolo italiano esca dall’orgia sanremese per tuffarlo in quella politica.
Resta un’ultima considerazione, la più preoccupante. Come si comporteranno i due conduttori, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto? Riusciranno i vertici Rai a tappare le bocca alla comica e a evitare che la sua dialettica, molto poco oxfordiana, si scagli contro i big della politica? Insomma, le battute spesso troppo pesanti della Littizzetto, potrebbero in qualche modo influenzare l’andamento della campagna elettorale?
In alcuni ambienti tale ipotesi si ritiene plausibile. A questo punto c’è da vedere come si comporterà la Littizzetto. Accetterà i probabili dictat della Rai a mantenersi su una comicità più generica che prescinda dagli argomenti politici? Oppure continuerà a mantenere il suo consueto comportamento comico che ben conosciamo all’interno del programma Che tempo che fa?