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Come diversi personaggi precedenti, anche il primo contatto di Marco Mengoni con la musica è stato in famiglia. Sia la mamma che il papà amavano ascoltare musica e la sua preferita era Attenti al lupo di Lucio Dalla. Stanca di ascoltarla a ripetizione però la madre andava più sul classico con i brani dello Zecchino d’Oro.
Uno dei primi dischi comprati è stato quello di Stevie Wonder. Il brano che più lo emozionava era Overjoyed. Il vincitore di Sanremo 2013 non si tira indietro e a cappella canta il pezzo. All età di 15 anni ha fatto uno stage al Tuscia Jazz, prima era stato costretto dalla mamma a studiare pianoforte e aveva imparato a strimpellare la chitarra.
Un adolescenza molto intoversa con il cantante che aveva vergogna persino di uscire di casa con degli occhiali da sole. La canzone Guerriero racconta la sua storia: il ragazzo in tutti i modi ha inseguito il suo sogno. Negativi i primi contatti con le case discografiche, ecco allora la scelta di utilizzare i talent per fare strada, vincendo la terza edizione di X factor nel 2009.
Gran cantante, i presentatori sottolineano come il meglio di se lo da nelle vesti di cantautore (ndr situazione ben differente da Fiorella Mannoia, ospite 7 giorni fa, che invece ha dato il meglio di se proprio nell’interpretare pezzi altrui). Questo successo è stato ottenuto grazie ad un discografico, che un giorno gli disse di scrivere cose più semplici. Dove ti senti, è un pezzo con tutte le frasi che si è sentito dire.
Per Vincenzo Mollica, il rapporto con il coach Morgan, è stato fondamentale per farlo diventare quello che è. Il cantautore ricorda con piacere il rapporto di lotta continua con lui. Un pezzo italiano che avrebbe voluto scrivere è C’è tempo di Ivano Fossati. Spazio anche per un bellissimo ricordo di Gabriella Ferri.
Finalmente si arriva all’esperienza di Sanremo: dopo aver centrato il podio nel 2010, arriva la vittoria nel 2013 con L’Essenziale. L’arma in più fu lo staff giovanissimo, che gli è stato accanto, anche nei primi giorni, quando nessuno lo considerava. Da quell’esperienza è nato un uomo più maturo e cresciuto. Il viterbese mostra un grande lato umano, trattenendo le lacrime a stento quando ricorda i bei momenti del passato.
Primo intervento per Danilo Rea che ci presenta proprio L’Essenziale in una versione jazz. Dopo il successo di Sanremo è iniziato il tempo delle collaborazioni: nessun duetto in italiano nei suoi dischi ma ha scritto pezzi con alcuni mostri della musica italiana, come Ivano Fossati.
Divertente l’episodio che ha portato alla collaborazione con il grandissimo Lucio Dalla: Mengoni era convinto che fossse uno scherzo telefonico di qualche amico.
Domanda di rito, sul supereroe di oggi. Marco Mengoni è in difficoltà poi in un clima di grande umiltà, si autodefinisce un supereroe. Alla faccia di chi, come Renato Zero, aveva parlato di tutte le persone comuni che lottano ogni giorno. Il delirio è concluso con il cantautore viterbese che nell’esibizione finale si dedica una sua canzone.
Prima di lasciare spazio alla chiusura di Danilo Rea, c’è spazio per una battutaccia di Marco Mengoni che gioca con i cognomi dei conduttori Pani e Mollica: “Sarebbe stato il top se io mi chiamavo Rosetta“.
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Supereoi per oggi termina qui e vi da appuntamento a giovedì prossimo 1 settembre alle 23.35, sempre su Rai1.
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“Gran cantante, i presentatori sottolineano come il meglio di se lo da nelle vesti di cantautore (ndr sicuramente non del livello di Fiorella Mannoia, protagonista sette giorni fa di Supereroi)”
Peccato che la Mannoia non è una cantautrice ma una interprete. Le sue canzoni più importanti sono tutte scritte da altri e solo di recente (dal 2013) si è cimentata nella scrittura/co-scrittura di un paio di pezzi.
Ha vinto nella carriera ben 6 targhe Tenco, tutte come Interprete.
Si capisce benissimo che marco non ti va a genio, ma sminuirlo o travisare le sue dichiarazioni mi pare troppo
Inanzitutto non “ha avuto successo grazie a un discografico che gli ha detto di scrivere in modo più semplice”, non hai capito per niente quello che stava intendendo (quel discografico ha fatto tutto tranne che aiutarlo).
Forse avresti dovuto ascoltare meglio anche la parte dove parlava del suo staff…comunque…
Poi non si è definito un eroe ma si è definito un “eroe di se stesso”,che è diverso, molto diverso! E infine si è dedicato la sua canzone intendendo che oggi è felice di com’è, si piace e dopo tanto tempo finalmente riesce a dirsi “mi voglio bene veramente ”
Cordiali saluti e la prossima volta o presta più attenzione 🙂
Certo che lei non ha capito nulla del programma farebbe bene a rivederlo ed ascoltarlo senza pregiudizi. Se i suoi articoli sono questi eviti di farli una prossima volta o scriva la verità
Marco ha citato se stesso solo perchè si ritiene il più classico esempio di persona normale con tutte le sue paure e le sue iniscurezze. Tutte le sue dichiaraizoni sono state un inno alle persone normali. Le ‘persone normali’ non sono una categoria a parte alle quali fare un riferimento, lui si sente una persona normale.