Ricordiamo che la giovane Serena Mollicone venne uccisa nella caserma dei Carabinieri della Stazione di Arce, piccolo centro della provincia di Frosinone nel Lazio.
La ragazza, nel corso di una lite, batté la testa contro una porta dell’alloggio di servizio dell’ex maresciallo.
Lunedì scorso è stata depositata l’informativa conclusiva in procura a Cassino. Nel documento vengono individuate tutte le ipotesi a carico dell’ex maresciallo Franco Mottola, di suo figlio Marco che avrebbe avuto una lite con Serena in quell’occasione, e di sua moglie Annamaria.
Uno di questi tre personaggi avrebbe colpito Serena provocandone la morte. Successivamente il corpo sarebbe stato occultato e poi abbandonato in un boschetto di Anitrella, una frazione del comune di Monte San Giovanni Campano, sempre in provincia di Frosinone.
Questa è l’ultima perizia sulla morte di Serena nella quale si dice chiaramente che risultano indagati Marco Mottola, il padre Franco e la madre ma anche altri due carabinieri.
Si tratta di un caso che ha destato grande emozione e commozione in tutta Italia. Federica Sciarelli ospita questa sera in studio il padre di Serena, Guglielmo Mollicone. L’uomo ripercorre tutte le tappe di una lunga storia di depistaggi e di bugie che il programma Chi l’ha visto? ha sempre seguito con obiettività fin dalle prime fasi della scomparsa della ragazza.
In studio è presente anche la figlia del Carabiniere Santino Tuzi, testimone scomodo, morto suicida, un’altra vittima di questa tragica vicenda che ancora non ha un colpevole. Tuzi era il supertestimone del delitto di Arce, brigadiere che venne trovato morto nella sua auto con il petto squarciato da un colpo sparato dalla sua beretta d’ordinanza. Era l’11 aprile del 2008. L’uomo avrebbe dovuto testimoniare sulla morte di Serena Mollicone che era stata trovata morta in un boschetto sette anni prima.
La morte di Santino Tuzi destò molta emozione anche tra i colleghi. Infatti quando si diffuse la notizia della morte Marco, l’amico più caro, aveva urlato disperato: «l’avete ammazzato voi perché sapeva troppe cose». Quel voi era naturalmente riferito ai colleghi di Santino che aveva assistito a tutta la drammatica vicenda dell’arrivo in caserma di Serena Mollicone.
La ragazza, dopo essere stata uccisa, venne impacchettata in alcune buste di plastica con le mani e i piedi legati con lo scotch e fili di ferro.
Su quel delitto il brigadiere era stato ascoltato come persona informata dei fatti qualche giorno prima di morire.
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