Il programma è stato affossato da un racconto tetro, da ricostruzioni filmate lunghe, con innumerevoli riproposizioni di scene che avevano solo l’obiettivo di catturare la curiosità morbosa del telespettatore. Troppi particolari voyeuristici ripetuti all’infinito, nessun calore da parte degli attori che interpretavano le due storie di donne, Paola e Ofelia raccontate nella prima puntata.
Nella drammaticità delle storie narrate, tutto è stato dilatato oltre i limiti del consentito, come una inesorabile soap opera i cui tempi sono amplificati e un solo evento è spalmato su un gran numero di puntate. Le docu- fiction sono state realizzate in maniera discutibile: poca credibilità, ritmi scanditi da musiche che evocavano i cori delle antiche tragedie ma non erano finalizzate alla resa scenica delle immagini.
In quest’ottica, la ricostruzione del delitto non ha reso un buon servigio alla lotta contro la violenza sulle donne e su tutte le persone sottoposte a maltrattamenti. Le testimonianze dei parenti delle vittime sono apparse quasi stranianti e persino ripetitive. Il dramma vero del femminicidio non è stato avvertito dal pubblico perchè si è concesso troppo alle ricostruzioni. Persino la lettura degli stralci degli atti giudiziari affidati ad attori, non ha convinto.
Il valore aggiunto (o presunto tale) è la presenza di filmati originali. Ad esempio, nella storia di Ofelia, tramortita e poi sgozzata dal compagno, è stato mandato in onda il filmato della “scena del delitto” effettuato dai carabinieri. I telespettatori hanno visto anche immagini del funerale della donna celebrato nel suo paese d’origine, la Romania.
Rispetto alle edizioni passate, prescindendo, per adesso dalla differente conduzione, si è voluto rendere più pretenzioso e sofisticato il racconto dei casi di puntata, con artifici assolutamente inadatti che hanno ottenuto l’effetto di allontanare il telespettatore da Rai3.
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Asia Argento è apparsa inadatta al ruolo della conduttrice. Ha voluto mostrare l’altra faccia della sua personalità. E cercato di far dimenticare la leggerezza vista a Ballando con le stelle e le liti con Selvaggia Lucarelli. Tentativo fallito. La pista dello show della Carlucci le si addice senz’altro meglio.
Su tutto, come ectoplasmi, vagavano i fantasmi delle pellicole di Dario Argento, tra cui il profondo rosso del sangue sempre in primo piano