Oltre che su Sky Arte HD (canali 120 e 400 di Sky), il film va in onda anche su Cielo (canale 26 del digitale terrestre, 126 di Sky e 19 di TivùSat). Ilona Staller universalmente conosciuta come Cicciolina, è stata protagonista di un percorso umano e artistico probabilmente unico nel panorama internazionale. Partita dall’Ungheria comunista è arrivata in Italia affascinata dai richiami della Dolce Vita dell’epoca. Ed ha trovato nel nostro paese il terreno fertile per iniziare una carriera all’insegna di scandali continui. Si ricordano in particolare le sue foto maliziose in posizione di ninfa svestita che hanno rappresentato per lei il trampolino di lancio per una carriera fulminante. È diventata un simbolo erotico e pornografico e con queste caratteristiche è approdata in radio, in televisione e sul grande schermo. Non tutti sono a conoscenza della sua attività di cantante. In particolare l’allora pornostar si esibì in duetto con Franco Franchi: era il 1978 e la canzone aveva un titolo esplicitamente ammiccante, ma ispirato alla favola di Cappuccetto Rosso. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Gli italiani ricordano Ilona Staller soprattutto perché da pornostar è riuscita a farsi eleggere deputata. Fu proprio il suo arrivo in Parlamento a consegnarla ad una notorietà planetaria.
Un altro aspetto per il quale conosciuta è il suo tempestoso rapporto sentimentale con l’artista Jeff Koons. La Staller ne è stata moglie e musa e da lui ha avuto un figlio, oggi ventenne.
L’autore, regista e produttore Alessandro Melazzini così spiega la decisione di realizzare un film su Cicciolina: “la vicenda personale e artistica di Ilona Staller è un caso raro nel suo genere. Nella pellicola abbiamo analizzato con attenzione tutte le molteplici sfaccettature del personaggio e le modalità con le quali si è posta sulla scena nazionale“. Il percorso della Staller fa anche capire l’evoluzione della politica italiana e la sua involuzione negli ultimi decenni. {module Pubblicità dentro articolo}
“Realizzare un documentario su Cicciolina in coproduzione con il canale culturale Arte è stato come compiere un triplo salto mortale. È come aver camminato sul filo sottile dell’erotismo, della provocazione e della divulgazione sessuale” continua Melazzini.
Non è stato facile convincere la Staller ad essere protagonista di un documentario. La pornodiva aveva molte diffidenze che successivamente sono venute meno quando ha conosciuto Melazzini e ne ha condiviso il progetto.
Melazzini riferisce infine che nel corso delle riprese la Staller ha rivissuto il suo passato senza nascondere il dolore provato in molte circostanze.