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Un percorso lungo e difficile di riscatto e di riappropriazione della propria dignità.Questo è il fine che si sono preposti tutti coloro che sono caduti nell’incubo della galera senza aver commesso alcun delitto ma solo per errori giudiziari.
I casi raccontati questa settimana riguardano Giuseppe Giuliana e di Sandra Maltinti.
Giuseppe Giuliana è stato condannato a cinque anni di carcere a cui si aggiungono due anni e cinque mesi con l’obbligo di dimora e divieto di espatrio, per un omicidio mai commesso. Si è trattato di un errore giudiziario che ha stravolto completamente la vita dell’uomo bracciante agricolo di 50 anni originario di Canicattì (Agrigento). L’interessanto ha chiesto e ottenuto un risarcimento dallo Stato di 500.000 euro.
La sua odissea è durata dal 1997 al 2014. Riconosciuto colpevole in primo grado dalla Corte di Assise il 4 luglio 1997, la sentenza venne confermata anche dalla Corte di Appello. Inesorabile la condanna a 19 anni di reclusione per omicidio, detenzione e porto d’armi da fuoco, rapina aggravata. Un incubo che ha minato l’equilibrio psicologico e fisico di una persona onesta. Giuseppe Giuliana non si è arreso. E quando tutto sembrava oramai definitivamente concluso, è riuscito a far riaprire il caso che si è concluso con una sentenza di assoluzione da parte della Corte d’Assise d’Appello di Catania. Era il 6 dicembre 2014. Ora si sta lentamente riappropriando della sua dignità e sta cercando di ricostruirsi una vita.
Il secondo caso di cui si occupa Matano riguarda Sandra Maltinti, architetto di 61 anni, arrestata nel 2004 per tangenti sull’isola d’Elba. Ha trascorso 72 giorni di carcere e 15 ai domiciliari prima che la sua vicenda sia stata nuovamente sottoposta a giudizio. La professionista è stata coinvolta in un giro di tangenti al comune di Portoferraio. Qui, secondo l’accusa, si era creato un comitato d’affari che, con la complicità di alcuni imprenditori, gestiva il potere. In tale faccenda sarebbero stati coinvolti il sindaco, gli esponenti della giunta e il capo dell’ufficio tecnico, Sandra Maltinti. Viene condotta nel carcere di Sollicciano con l’accusa di aver favorito alcuni imprenditori con concessioni edilizie e svendite di terreni in cambio di sostegno elettorale. Bisogna attendere l’8 luglio 2008 per la sentenza di assoluzione con formula piena “perché il fatto non sussiste”.
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La professionista ha scritto un libro nel quale racconta la sua esperienza e, soprattutto, la vita dietro le sbarre.