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Un volto che generalmente vediamo al cinema, più che nelle fiction di casa nostra. Ed a questo proposito Battiston ci tiene a sottolineare “non per mia preclusione”. Tanto che infatti, a un progetto come questo, ha subito detto si: “L’idea di raccontare storie simili, mi affascina molto. E sono curioso di vedere quale sarà la risposta del pubblico a I fantasmi di Portopalo“.
“Conoscevo la tragedia di Portopalo –ci ha raccontato l’attore– ma purtroppo in maniera frammentaria, dato che si tratta di un naufragio che nessuno ha mai voluto riconoscere a livello istituzionale. Questo però è l’aspetto che mi interessa meno: mi interessa invece che questa sia una storia dal punto di vista della gente. È una storia di persone”.
Una miniserie che arriva in tv in un momento in cui emerge una grandissima insofferenza nei confronti del “diverso”: “Un modo efficace di cercare di tenere deste le coscienze”. Migrare, prosegue Battiston, è qualche cosa che fanno tutti, gli animali e gli essere umani: “L’hanno fatto tanti popoli, italiani compresi: l’immigrazione non si può arrestare, non puoi dire di non volerla. Ciò che si può fare, visto che si parla di flussi, è creare dei canali”.
Non vi anticipiamo altro; per il resto vi rimandiamo alla nostra intervista video.