Ci parla del suo personaggio? Sappiamo che è un giornalista molto attivo…
“Mauro Licata è un giornalista de “L’Eco di Trapani”, il quotidiano locale che combatte la mafia in maniera diretta, molto forte e coraggiosa. Lui è una delle figure di spicco di questo giornale. Ha una missione altissima, è un giornalista che a testa alta vuole conoscere e combattere l’organizzazione criminale del posto. Nel far questo, cerca delle figure altrettanto valide che possano affiancarlo, come la fotografa Elisa Ripstein e lo stesso Commissario Maltese, anche lui con un grande bisogno di scoprire verità dentro e fuori di lui. Ciò fa nascere una fratellanza tra i due.
Nella storia d’amore fra Mauro ed Elisa a mio avviso viene fuori la bellezza di Mauro, la sua ricchezza umana in un rapporto d’amore maturo, moderno, dove c’è un grande rispetto dell’altro e la capacità di abbracciarlo nella sua totalità. Un personaggio positivo, dunque, per la lotta alla mafia di quegli anni e in quella zona”.
Ritrova qualcosa di suo nel personaggio?
“Non so quanto io ne sia consapevole. A livello professionale c’è chiaramente una grande differenza. A livello umano, forse c’è il desiderio di verità e della presa di coscienza delle cose che accadono dentro e fuori di noi. E, probabilemente, la cosa che più mi lega a lui è questo stesso modo di desiderare l’amore, questa forma viva, matura e libera di unirsi all’altro”.
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Quanto pensa che un giornalista come Mauro potrebbe essere utile nel contesto attuale?
“Un giornalista come Mauro Licata è eterno. Mauro servirebbe sempre. Come servirebbero sempre Falcone e Borsellino. Sono figure che hanno offerto la propria vita per una missione fondamentale, sono figure integre,coraggiose. Mi piacerebbe che rinascessero tutte insieme, per fare una squadra potente in grado di agire contemporaneamente.