Le vacanze, il caldo, il sole e il mare. Se la stagione estiva è simbolo di viaggio e divertimento, quella invernale- primaverile fa i conti con il bilancio dell’anno passato e le aspettative di quello che verrà. Tra conferme, sorprese e inaspettati flop, Rai e Mediaset meditano le proprie programmazioni. Ma davanti alle stesse riproposizioni, spacciate – talvolta – come innovative per la sola aggiunta di un canale social, qual è l’atteggiamento e il comportamento del telespettatore? Quali sarebbero le principali innovazioni che sarebbe lecito aspettarsi? Abbiamo provato a fare delle ipotesi.
Baudo, Giletti, Conti, Carlucci, Clerici, Magalli sono alcuni dei volti ormai noti della Rai, con carriere consolidate e programmi apprezzati dal pubblico a casa. Ma quanto può ancora funzionare, su Rai 1, un Pippo Baudo in tempi di innovazione dei linguaggi e delle formule televisive? Quanto il suo stile di conduttore inamovibile e preciso può catturare l’attenzione dei più giovani? Meglio, sicuramente, un portamento più dinamico e ritmato come quello di Giletti, se non fosse stato silurato da “L’Arena” per diverse prime serate musicali, come ribadito durante la presentazione dei palinsesti. Poche certezze su Sanremo 2018, se non che Carlo Conti, dopo il triennio appena trascorso, non sarà alla conduzione. Chi prenderà il suo posto? Tra gli addetti ai lavori si fa il nome di Fabrizio Frizzi, ma il diretto interessato non è arrivata alcuna conferma o smentita ufficiale.
E se Rai 2 è alle prese con la lite fra Giancarlo Magalli, Adriana Volpe e Marcello Cirillo, il nome di Milly Carlucci è associato all’inevitabile sfida del sabato con Maria De Filippi. Quanto una nuova edizione di “Ballando con le stelle” può giovare allo spettacolo televisivo e – di conseguenza – allo spirito del pubblico? Rivoluzionare i tradizionali palinsesti è un’opportunità, non un rischio. Catturare le attenzioni delle persone con programmi, linguaggi e contenuti innovativi dovrebbe essere l’obiettivo del servizio pubblico, che non deve scordare la propria mission informativa, come è nell’indole di Rai 3.
Ma siamo sicuri di essere pronti a guardare una nuova stagione di “Amici” con tutto ciò che lo circonda? Il sabato sera targato Mediaset è in mano a Maria De Filippi, che tra un “Tu si que vales” e un “C’è posta per te”, si concede pure il lusso di cambiare casacca – seppur momentaneamente – per approdare in Rai al fianco di Carlo Conti. Il messaggio che passa è quello di una discutibile rincorsa al talento che, quando non c’è, lo si cerca di modellare secondo standard e parametri predefiniti. La televisione è un prezioso trampolino di lancio dalle mille insidie. La speranza di chi entra a farne parte, prepotentemente o in punta di piedi, è di avere, un domani, un riscontro in termine di successo, popolarità, facili guadagni.
Noi, che il mezzo televisivo lo osserviamo e scrutiamo, abbiamo notato della mancanze. Nelle reti generaliste, ad esempio, manca un intrattenimento per i più piccoli. A tal proposito sono stati creati canali tematici come Rai Yoyo, ma ciò non può rappresentare una scusante per un’azienda che punta a parlare ad un pubblico variegato. Allo stesso modo, a Cologno Monzese si punta troppo su reality e fiction di basso profilo: spesso, infatti, viene messa da parte la funzione pedagogica che la televisione dovrebbe avere.