La serie, in sei puntate, in onda su Rai1 adesso solo la domenica sera, dopo il doppio esordio di domenica 3 e lunedì 4, non abbandona i tradizionali e scontati luoghi comuni della fiction italiana. La classica suddivisione tra i buoni e i cattivi, i grossolani riferimenti alla mafia e alla corruzione, le love story che si intrecciano tra una nota di violino e l’altra, i ragazzini che aspirano a studiare al Conservatorio, nonostante la realtà misera e corrotta del paese in cui vivono, costituiscono gli ingredienti standard privi di ogni originalità.
Infatti tutto ruota intorno al piccolo Conservatorio di un altrettanto piccolo centro della Puglia, in cui avvengono fatti inquietanti. Omicidi su cui indagare? Eventi legati alla malavita organizzata? No. Assunzioni sospette di bidelli, commissioni di esami truccate per favorire i notabili del paese spingono le autorità del Ministero dell’Università e della Ricerca a inviare sul posto un’ispettice interpretata da Francesca Cavallin con il compito di ristabilire la legalità. Intorno all’avvenente giovane donna si dipana un piccolo universo di eventi scontati di cui il telespettatore smaliziato può anticipare facilmente la sequenza.
Naturalmente la storia d’amore con il bel professore del Conservatorio a cui dà il volto Johannes Brandrup non si fa attendere e si delinea già dalla prima puntata. Tutt’intorno vicende parallele e esempi di integrazione di extracomunitari nella piccola società. Insomma buoni sentimenti a fiumi che preludono alla conclusione positiva ma ancora lontana.
Un discorso a parte meritano gli allievi del Conservatorio che sono veri studenti di musica, selezionati attraverso appositi casting. La loro bravura avrebbe meritato un maggiore coinvolgimento nella vicenda, invece le loro performance sono limitate a poche scene sminuendo il valore aggiunto che rappresentano. Sotto i riflettori c’è sempre la storia personale della Cavallin che, nella seconda puntata, è stata riconosciuta da un vecchio amico. E’ lei la violoncellista di gran talento che ha abbandonato la carriera in ascesa dopo la morte del compagno in un incidente stradale.
Altra caratteristica da sottolineare riguarda il paese nel quale la fiction è ambientata, identificabile, come abbiamo già detto, con Monopoli, in Puglia. Gli abitanti di Monopoli. su Twiitter, stanno esprimendo tutto il disappunto per l’immagine negativa associata alla loro città nella vicenda. Il luogo appare un concentrato di malaffare e di delinquenza organizzata, mentre corruzione e ipocrisie regano sovrane tra i dirigenti del piccolo Conservatorio che l’ispettrice dovrà bonificare e restituire alla normalità.
Ci auguriamo che la protesta dei cittadini di Monopoli possa arrivare forte e chiara ai dirigenti di Rai1 e ai responsabili di “Tutta la musica del cuore”