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Stasera, in prima serata su Retequattro, a #CR4 La Repubblica delle donne andrà in onda l’intervista di Piero Chiambretti allo stilista tedesco Philipp Plein.
#CR4 La Repubblica delle donne – Chiambretti intervista Plein
Piero Chiambretti Lo stilista parla, tra l’altro, del mondo della moda e spiega: «Il mercato dei falsi è il mercato più onesto del mondo perché chi li produce, produce quello che le persone vogliono comprare: se volete sapere che cosa si vende sul mercato bisogna guardare quello dei falsi. Queste persone non producono per la bellezza o per la fama, ma solo per i soldi, dunque producono quello per cui c’è domanda. Il fatto che io sia distribuito sul mercato dei falsi è una forma di pubblicità. È un modo diverso di distribuire e consumare i prodotti del fashion. Ho investito molto, negli ultimi anni, per bloccare i falsi, ma è impossibile perché chi li produce guadagna più di Pablo Escobar».
Lo stilista spiega gli effetti dell’epidemia di Coronavirus sul settore della moda e sulla Fashion Week in corso a Milano in questi giorni, e dice: «Ovviamente il Coronavirus ha già influenzato il settore. Il nostro ufficio di Hong Kong ha chiuso tre settimane fa e le persone lavorano da casa. La maggior parte dei negozi sono vuoti, non c’è nessuno. Dal punto di vista economico tutti i brand sono già stati coinvolti dal virus e ogni giorno perdiamo milioni di euro di fatturato. Per quanto riguarda la Fashion Week, spero che la gente non abbia paura. Non credo che ci sia un vero rischio di contrarre il virus a Milano, la paura è più psicologia. Noi abbiamo un negozio Philipp Plein a Wuhan e il problema principale è che le persone non possono viaggiare quindi, anche se volessero venire a Milano, non ci sono aerei che partono dalla Cina per l’Europa.
Prosegue: Ci sono più di un miliardo di persone che vivono in Cina, non si può pensare di chiudere le frontiere per qualche centinaio di persone che ha contratto il Coronavirus. Non possiamo discriminare: il virus può essere trasmesso da europei e asiatici, non fa alcuna differenza».
Infine Plein, in merito all’esclusività del settore della moda, sottolinea: «Penso che la moda sia democratica: io faccio moda per tutti ed è importante non escludere nessuno dalle tue creazioni e trasmettere, durante la sfilata, un messaggio alle persone: perché non è semplicemente una questione di avere un corpo perfetto. Le mie sfilate infatti sono delle produzioni enormi: lo scorso anno avevamo 6 mila persone, sabato forse sarà ancora più grande».
Plein racconta la sua esperienza
Infine Plein racconta: «Quando sono entrato nel mondo del fashion nessuno voleva Philipp Plein. Ricordo che la mia prima sfilata a Milano non faceva parte della Camera della Moda che organizza la Fashion Week. Non volevano ne facessi parte, forse perché non sapevano chi fossi e non conoscevano il marchio. Sono stato obbligato a fare la mia sfilata al di fuori del calendario ufficiale. Oggi, la maggior parte delle persone sa chi siamo e siamo talmente forti che possiamo decidere quando sfilare. E in questa occasione cerco sempre di invitare quante più persone possibili proprio perché tutti devono avere la possibilità di essere presenti.
Magari non possono comprare i miei vestiti, ma dovrebbero avere la possibilità di vedere i miei abiti e di festeggiare insieme a me. La maggior parte dei brand di moda sono molto esclusivi, invitano 100, 150 persone: solamente i vip, i clienti più importanti e giornalisti di moda. La mia moda, ribadisco, è democratica e deve essere accessibile a più persone possibili ed è per questo che vorrei organizzare una sfilata in piazza Duomo a Milano. Se il municipio ci darà la possibilità di farlo, quest’estate faremo una grande sfilata per tutti».