Indice dei contenuti
- 1 Storie maledette 7 giugno diretta – Quello scotch che sigilla un mistero, l’omicidio di Dina Dore
- 2 Storie maledette la diretta – Franca Leosini introduce il caso Dina Dore
- 3 Storie maledette 7 giugno diretta – Le contraddizioni di Francesco Rocca e il matrimonio con Dina Dore
- 4 La relazione extraconiugale tra Francesco Rocca e Anna Guiso
- 4.1 Storie maledette 7 giugno diretta – Le due fasi dell’inchiesta su Francesco Rocca
- 4.2 La svolta della lettera anonima condanna all’ergastolo di Francesco Rocca
- 4.3 Francesco Rocca elenca a Franca Leosini i dubbi sull’omicidio della moglie Dina Dore
- 4.4 La diretta del 7 giugno di Storie maledette finisce qui
Franca Leosini torna questa sera, domenica 7 giugno, con Storie maledette, in onda alle 21:20 su Rai 3. La giornalista intervista il dentista sardo Francesco Rocca, condannato all’ergastolo per aver commissionato l’omicidio della moglie Dina Dore nel 2008. Quello scotch che sigilla un mistero è la prima di due nuove puntate realizzate da Franca Leosini. La seconda andrà in onda domenica 14 giugno.
Storie maledette 7 giugno diretta – Quello scotch che sigilla un mistero, l’omicidio di Dina Dore
Storie maledette del 7 giugno affronta l’omicidio di Dina Dore, 37enne sarda uccisa nel garage di casa il 26 marzo del 2008, a Gavoi (Nuoro). Siamo nel cuore dell’entroterra sardo, nella Barbagia di Ollolai, alle propaggini del massicico montuoso del Gennargentu.
Dina Dore era appena rientrata a casa in auto con la figlia di otto mesi. Lì è stata legata, chiusa nel bagagliaio della vettura e soffocata dal nastro adesivo sulla bocca.
La prima pista seguita dagli inquirenti fu quella del sequestro di persona finito in tragedia. Solo dopo quattro anni, arrivò la svolta che incastrò il marito, Francesco Rocca, facoltoso e insospettabile dentista. In tre gradi di giudizio, la magistratura ha stabilito che l’uomo fu il mandante dell’omicidio e lo ha condannato all’ergastolo.
Il movente sarebbe legato ad una relazione extraconiugale tra il dentista e l’assistente 22enne Anna Guiso, ma lui ancora oggi si proclama innocente. Franca Leosini ha realizzato l’intervista che vi racconteremo in diretta nel carcere di Alghero, dove l’uomo sta scontando la pena.
A ventisei anni dall’esordio di Storie maledette, Franca Leosini ha deciso di tornare con le interviste a due mandanti di omicidio. Nella seconda puntata, intervisterà Sonia Bracciale, condannata a 21 anni di reclusione per aver commissionato il pestaggio mortale al marito. Delitti cui i media non hanno riservato grande spazio, ma che la giornalista ha scelto perché estremamente peculiari.
La Leosini ha raccontato anche che il nuovo ciclo prevedeva quattro puntate. Tuttavia, le ristrettezze per l’emergenza Covid-19 hanno impedito, finora, di registrare le altre due interviste.
Storie maledette la diretta – Franca Leosini introduce il caso Dina Dore
La diretta di Storie Maledette del 7 giugno si apre con un l’introduzione descrittiva di Franca Leosini. La giornalista tratteggia con il suo inconfondibile linguaggio barocco i paesaggi e la storia secolare della Barbagia. Poi, introduce il caso.
Intorno alle 21:30 del 26 marzo 2008, Francesco Rocca torna a casa, lascia l’auto in strada ed entra in garage. Rocca spiega che sapeva di dover riuscire, per questo ha lasciato l’auto in strada. Aggiunge di utilizzare abitualmente l’ingresso del garage, anche quando non rientra con l’auto.
Francesco Rocca entra nel box, trova la borsa di Dina Dore a terra e la portiera dell’auto aperta. Sul sedile del passeggero, la piccola figlia di otto mesi dorme nel seggiolino. Rocca chiama la moglie senza ricevere risposta, dunque lancia l’allarme. Chiama la Polizia e alcune persone di fiducia, che arrivano nel giro di pochi minuti.
Gli inquirenti trovano il cadavere di Dina Dore nel bagagliaio solo dopo cinque ore. Era morta circa otto ore prima, incaprettata e soffocata dallo scotch dopo un’agonia superiore ai cinque minuti.
L’omicidio scuote tutto il nuorese e ai funerali partecipano migliaia di persone, vista anche la notorietà del dentista Francesco Rocca.
Storie maledette 7 giugno diretta – Le contraddizioni di Francesco Rocca e il matrimonio con Dina Dore
Appena dopo il ritrovamento del cadavere di Dina Dore, Francesco Rocca indica agli inquirenti in nomi di alcuni sospettati. Anche nelle numerose interviste concesse alle tv e ai giornali locali, spinge da subito per la pista del sequestro di persona.
Franca Leosini lo incalza sui particolari che lo hanno spinto a formulare quell’ipotesi. Rocca spiega come nella loro zona si siano verificati nel tempo molti sequestri di persona e il fatto che Dina Dore fosse stata chiusa nel bagagliaio legata in quel modo lo ha spinto a pensare al sequestro. Non riesce, però, a fornire altri particolari.
Francesco Rocca viene da una famiglia molto facoltosa e conosciuta di medici e politici locali. Il matrimonio con Dina Dore è arrivato dopo quattordici anni di fidanzamento. I due si erano conosciuti da giovanissimi e poi avevano iniziato a frequentarsi durante gli anni all’Università di Nuoro. Dina Dore studiava Scienze Politiche e proveniva da una famiglia più umile, cosa che – sottolinea Franca Leosini – la spingeva a preoccuparsi ansiosamente di tutto ciò che potesse far funzionare il loro rapporto.
La relazione extraconiugale tra Francesco Rocca e Anna Guiso
Dina Dore lavorava nello studio dentistico del marito Francesco Rocca, dopo aver già fatto da assistente a suo padre. Quando rimase incinta, si assentò per la maternità e venne sostituita dalla 22enne Anna Guiso. Il suo nome era stato fatto a Francesco Rocca da un amico. Rocca gli aveva chiesto se conoscesse una persona di fiducia che potesse prendere il posto della moglie.
Secondo la ricostruzione incalzante di Franca Leosini, tra Rocca e Anna Guiso fu colpo di fulmine e la relazione extraconiugale iniziò dopo pochi mesi.
Dina Dore scoprì dopo poco la liaison tra i due. Iniziò un periodo molto teso nella famiglia Rocca, con la moglie che provava a salvare il matrimonio ma era divorata dalla gelosia e Francesco Rocca impegnato a minimizzare il tradimento. Le prometteva di risolvere il periodo di crisi. Il dentista avrebbe fatto di tutto per convincere Dina del suo amore con sms molto eloquenti che Franca Leosini gli legge. La giornalista, tuttavia, insinua dubbi sulla sua sincerità, alimentati anche da altri sms tutt’altro che benevoli.
Rocca dice che non avrebbe mai lasciato la moglie per Anna Guiso. Non spiega, però, perché dopo la morte della moglie abbia continuato la relazione con lei.
Storie maledette 7 giugno diretta – Le due fasi dell’inchiesta su Francesco Rocca
Franca Leosini continua la puntata del 7 giugno di Storie maledette ricostruendo le due fasi dell’inchiesta a carico di Francesco Rocca. In una prima fase, gli inquirenti archiviano il caso, senza individuare i responsabili, ma di fatto confermando l’ipotesi avanzata da Rocca.
Dopo qualche mese, però, il GIP riapre il fascicolo, evidenziando alcuni elementi poco chiari dell’inchiesta condotta. A Gavoi, la famiglia Rocca abita in una via angusta del piccolo centro (poco più di 2mila abitanti) e secondo il Giudice è insolito cercare un sequestro in quel contesto. Inoltre, è da spiegare come i presunti banditi si siano introdotti nel garage senza effrazioni. A questo si aggiungono movimenti e conversazioni telefoniche poco chiare da parte di Francesco Rocca.
È soprattutto un’intercettazione a compromettere la posizione del dentista. “Ha avuto la fine che meritva. È terribile, è macabro che io lo dica ma peggio per lei”, dice in una telefonata. A cui segue un’altra conversazione in cui allude alla morte di Dina Dore come fosse qualcosa di agognato da parte sua.
Rocca spiega che aveva perso la testa per Anna Guiso e che con frasi come quelle – che oggi ripudia – voleva convicerla del suo amore. Poiché la Guiso, dopo un altro anno di relazione, aveva deciso di chiudere la storia per cercare la tranquillità e cambiare vita.
Circostanza che Rocca stesso in parte nega, parlando di continui messaggi da parte di Anna Guiso che le professava il suo amore.
Infine, gli investigatori hanno scoperto nel telefono di Dina Dore tutte le tensioni e le gelosie che da tempo la dilaniavano.
La svolta della lettera anonima condanna all’ergastolo di Francesco Rocca
La riapertura delle indagini porta ad un processo che dopo il terzo grado si chiude con la condanna all’ergastolo di Francesco Rocca. Il movente riscontrato è duplice: passionale ed economico. Il dentista avrebbe ucciso Dina Dore per vivere in totale libertà il folle amore per Anna Guiso. Secondo i Giudici, inoltre, Rocca era in difficoltà economica e non avrebbe potuto affrontare un eventuale divorzio.
La svolta arriva con una lettera anonima, che conferma i dubbi degli inquirenti. Il 23 ottobre 2012, a 4 anni dall’omicidio, Graziella Dore trova per terra la lettera anonima, accanto alla sua macchina. Graziella è la sorella di Dina. Nella lettera sono elencati sette nomi di giovani di Gavoi, tra i quali sono indicati tra i possibili responsabili Pierpaolo Contu e Stefano Lai. Un diciassettenne e un diciottenne molto amici tra loro. Francesco Rocca li conosce perché andava a caccia con loro.
Le accuse contenute nella lettera vengono confermate da un incontro tra Pierpaolo Contu e Stefano Lai, in cui il primo avrebbe confessato all’amico l’omicidio per conto di Rocca. Ad insospettire ulteriormente gli inquirenti, la richiesta di Contu di presentarsi all’incontro senza cellulare.
Nonostante Stefano Lai abbia confermato le accuse in tribunale, per Francesco Rocca si tratta di menzogne. Franca Leosini gli ricorda che anche la madre di Pierpaolo Contu si è attivata con la fidanzata di Stefano Lai trovando conferme alla confessione di suo figlio.
Francesco Rocca, tuttavia, dichiara a Storie maledette del 7 giugno che Stefano Lai è stato manovrato dagli inquirenti e che nel 2012 vennero arrestati (e poi condannati) due innocenti.
Francesco Rocca elenca a Franca Leosini i dubbi sull’omicidio della moglie Dina Dore
La prova del complotto, secondo Francesco Rocca, sarebbe la mancata indagine sul DNA ritrovato sul corpo di Dina Dore. Rocca spiega che il medico legale trovò sul corpo della moglie tracce biologiche di un ignoto. Eppure, gli investigatori non hanno mai voluto cercare a chi appartengono quelle tracce. Rocca elenca a Franca Leosini anche altri dubbi, fra cui una traccia di scarpone sul pavimento del garage. Anche quella mai presa in considerazione. Piearpaolo Contu si è sempre professato innocente e lo stesso continua a fare Francesco Rocca.
Franca Leosini, però, si avvia alla conclusione di Storie maledette del 7 giugno riportando la ricostruzione circostanziata degli atti processuali.
Rocca conferma alcune circostanze, come l’amore per Anna Guiso e le difficoltà economiche. Aggiunge che però la relazione con l’assistente non era a senso unico come è stata descritta. E che aveva sbagliato alcuni investimenti, ma godeva ugualmente della copertura economica del padre.
Dopo un’intervista arrembante, Franca Leosini allenta la morse delle domande su Francesco Rocca e gli chiede del rapporto con la figlia. Si scrivono, dice – anche se le lettere vengono spedite con grossi ritardi dal carcere – ed hanno un buon rapporto. La piccola, ormai adolescente, gli ripete di non vedere l’ora di compiere i quattrodici anni per andare a trovarlo.
Intanto, Rocca frequenta la facoltà di Agraria all’interno del carcere e continua a professarsi innocente. Storie maledette si chiude con la sua richiesta di giustizia, per lui e per la moglie Dina Dore.
La diretta del 7 giugno di Storie maledette finisce qui
Franca Leosini è tornata su Rai 3 con un caso particolarmente interessante. Durante la diretta di Storie maledette del 7 giugno, abbiamo assisito a domande incalzanti, alimentate dalla consueta fermezza della giornalista. Con una novità nel lessico.
Franca Leosini non ha mai tentennato davanti ai dettagli intimi dei casi trattati. Tuttavia, nel modo in cui ha affrontato i particolari più pruriginosi nella puntata di questa sera, risalta il linguaggio senza filtri che in altre circostanze si è concessa con più parsimonia.
Così come è stato diretto, del resto, il modo in cui ha rivendicato il suo ruolo quando Francesco Rocca ha tentato di sovrastarla.
La giornalista, in ogni caso, ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di addentrarsi con pathos crescente nelle storie raccontate. Una ricostruzione per gradi che lega lo spettatore agli sviluppi delle vicende e allo stesso tempo mette a nudo la complessità umana di cui spesso sono testimonianza.
Un congegno, quello di Storie maledette, che da questo punto di vista pare aver funzionato più che mai nella puntata del 7 giugno.