L’esposizione, come abbiamo già anticipato ha il fine di far rivivere i grandi cambiamenti sociali, culturali, scientifici dei quali l’Italia e il mondo sono stati protagonisti. Il percorso non ha velleità celebrative e didascaliche, ma attraverso documenti e audiovisivi offre allo spettatore la possibilità di confrontarsi con il passato, il presente e il futuro, verso il quale i media devono continuamente proiettarsi per non perdere di vista le esigenze della comunicazione e dell’informazione.
Tutto questo viene illustrato attraverso miscellanee di programmi, filmati di eventi particolarmente significativi, telegiornali, annunci, servizi, programmi, quiz, tribune politiche. Ma anche con documenti d’archivio, fotografie d’epoca, opere d’arte della ricca collezione Rai (Guttuso, De Chirico, Casorati, Nespolo, Cremona, Campigli, Turcato, Vedova e molti altri), copioni e testimonianze manoscritte di chi ha partecipato e vissuto la straordinaria avventura iniziata il 27 agosto del 1924, giorno dell’atto costitutivo dell’Unione Radiofonica Italiana U.R.I. e gli anni di attività dall’URI all’EIAR fino alla RAI. I sessant’anni della Televisione italiana sono articolati in otto sezioni, otto canali tematici, ciascuno curato da un testimonial.
A raccontare la storia dell’Informazione c’è Sergio Zavoli; per lo Spettacolo Emilio Ravel. Per la Cultura parlerà Andrea Camilleri e di Scienza Piero Angela. La sezione Politica è affidata a Bruno Vespa, la Società a Piero Badaloni, l’Economia ad Arnaldo Plateroti e lo Sport a Bruno Pizzul.
Saranno gli stessi curatori in video a spiegare al visitatore il senso delle proprie sezioni. Il pubblico vedrà scorrere la Storia – della Rai e insieme dell’Italia – attraverso una selezione tematica di contributi audio-video e programmi integrali, godibili attraverso comode postazioni interattive di facile consultazione realizzate con il contributo di Rai Teche e del Centro Produzione Rai di Roma.
Una sezione a parte, una mostra dentro la mostra, curata da Marcello Sorgi, è dedicata alla storia della Radio narrata attraverso la voce dei protagonisti e molti materiali inediti. Qui sono allestite nove postazioni tematiche interattive che offrono al visitatore una selezione di novanta anni di programmi radiofonici, una colonnina interattiva del Radiocorriere, cimeli come l’Uccellino dei programmi radiofonici, documenti come il libretto contenente le “Norme per la redazione di un testo radiofonico”, scritto da Carlo Emilio Gadda nel 1973.
Nello spazio espositivo centrale è ricostruito, grazie alla collaborazione del Museo della Radio e Televisione di Torino,un set televisivo degli anni Settanta realizzato con strumenti e apparati originali (televisori, microfoni, giraffe, telecamere, un rullo per i titoli funzionante) per raccontare il “dietro le quinte” dei programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana.
Nello spazio “museale” sono esposti anche memorabilia e inediti come i bozzetti originali dei costumi per “Giovanna, la Nonna del Corsaro Nero” e alcune tavole illustrate raffiguranti alcuni personaggi per “I quattro moschettieri” di Nizza e Morbelli, i giochi in scatola dei quiz televisivi, il copione manoscritto originale del film di Ermanno Olmi “L’albero degli zoccoli” (1978) e il Leone d’Oro 2013 vinto a Venezia da Gianfranco Rosi con il film “Sacro Gra”. A chiusura del percorso espositivo una sezione tematica documenta l’attività del CRIT-Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica della Rai la cui istituzione risale al 1930. Partendo dalle origini della progettazione si arriva al domani, raccontando il futuro della tecnologia di casa Rai.