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Massimo Giletti interviene nella puntata del 15 luglio di In onda per discutere del caso di cui, involontariamente, si è trovato ad essere protagonista nelle ultime ore. A distanza di due mesi, il giornalista scopre di essere stato minacciato da un esponente della mafia, attualmente in carcere. Presenti in trasmissione Lirio Abbate e Rita Dalla Chiesa.
In Onda Massimo Giletti le minacce al giornalista
Luca Telese e David Parenzo ospitano in studio Massimo Giletti per discutere delle minacce. Il giornalista ha infatti ricevuto, nel mese di maggio, delle intimidazioni da parte di esponenti mafiosi. Il motivo è da ricercarsi nella trattazione della scarcerazione dei boss durante una delle puntate di Non è l’Arena.
Filippo Graviano, boss mafioso, avrebbe riferito ad compagno di carcere che il “Ministro Bonafede sta svolgendo solo il proprio lavoro” mentre Massimo Giletti e Nino Di Matteo tentano di ostacolarlo. Giletti però non era a conoscenza del fatto. La notizia è stata riportata da Lirio Abbate tra le righe del suo ultimo saggio U Siccu, nelle librerie dal 14 luglio. Ma partiamo dall’inizio di questa vicenda.
Mentre in Tv si puntava l’attenzione solo sul Coronavirus, Massimo Giletti a Non è l’Arena si interessava della circolare che consentiva ai boss mafiosi di lasciare il carcere per gli arresti domiciliari. Con tale misura cautelare potevano evitare di contrarre il Covid 19 nel penitenziario. Ma chi si trova a scontare la pena al Regime 41 Bis non vive con gli altri carcerati. E per tale ragione rischia meno di ammalarsi.
La telefonata in diretta con Francesco Biasentini a Non è l’Arena
Durante una puntata di Non è l’Arena, Giletti ha ricevuto in diretta la telefonata di Francesco Biasentini, ex capo del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), per discutere insieme della questione.
In quell’occasione Massimo Giletti si schierò duramente contro Biasentini, spiegando che per colpa della Mafia molti suoi amici persero la vita. Ribadì anche che la liberazione dei mafiosi non rende giustizia a tutti coloro che lottano contro la mafia: “Per mettere in galera questa gente, lo sa quanta fatica è stata necessaria”?, disse in modo provocatorio a Basentini. Inoltre il conduttore mostrò in trasmissione anche una lista di nomi di boss che sarebbero prossimamente tornati dalle proprie famiglie.
La telefonata si chiuse in maniera irruenta ma solo oggi Massimo Giletti scopre di essere stato citato a giudizio (assieme Lirio Abbate), da Basentini. Sulla scia degli scandali sulla scarcerazione dei boss e sulla giustizia, Non è l’Arena ha realizzato una lunga inchiesta giornalistica. Ed in trasmissione intervennero, tra gli altri, anche il PM Nino Di Matteo e Luca Palamara, ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura.
In Onda la solidarietà a Giletti
Una gran parte del mondo politico si sta dimostrando solidale con Massimo Giletti. Ma il giornalista non nasconde il rammarico di non aver ricevuto un sostegno da parte del Movimento 5 Stelle (protagonista di una lunga campagna contro la mafia) e dal Ministro Bonafede che si è limitato ad una chiamata privata.
“Sono deluso dal fatto che il Ministro Bonafede ed il Movimento 5 stelle, non abbiano preso una netta posizione pubblica. Solo Virginia Raggi, il sindaco di Roma, l’ha fatto.” spiega Giletti ed incalza: ” Qui non si sta discutendo che Giletti è stato minacciato, bensì che il PM Di Matteo non venga difeso dallo Stato e che Alfonso Bonafede Ministro della Giustizia, non abbia preso pubblicamente le distanze dalla vicenda”.
E aggiunge: “In Italia chi fa il proprio lavoro o riceve minacce o si ritrova in tribunale. Io andrò avanti sempre e fino in fondo perché ho le spalle larghe”.
Massimo Giletti torna a settembre con la nuova edizione di Non è l’Arena.