È andata in onda su Canale 5 la prima puntata di Svegliati amore mio di cui vi proponiamo la recensione. La serie è interpretata da Sabrina Ferilli nel ruolo di Nanà Santoro, una madre coraggio. Nel cast anche Ettore Bassi e Francesco Arca.
Svegliati amore mio recensione
Niente di nuovo sotto il sole della serialità televisiva targata Cologno Monzese. Ancora una volta si punta sulla facile commozione, sulle forti emozioni, sui problemi di cui la protagonista, nel ruolo di Nanà Santoro, si rende portavoce.
Tutto nella sceneggiatura appare estremamente didascalico. Una storia che non si discosta da quella precedentemente interpretata dalla stessa Sabrina Ferilli dal titolo L’amore strappato.
I toni e le atmosfere sono i medesimi: quelli della tragedia familiare, del dramma umano e personale dinanzi al quale le emozioni del pubblico diventano forti. Il fine naturalmente è strappa audience. Ci si chiede però se è opportuno, nel periodo che stiamo vivendo, mandare in onda una simile storia strappalacrime e drammatica.
Il dramma umano è sempre portatore di ascolti alla rete che lo trasmette. Questo è il fine di Canale 5 che ha voluto concentrare in questa storia uno spaccato della società. La vicenda infatti ruota intorno ad una bimba di 12 anni, Sara, che si ammala di leucemia perché vive in una città dove esiste una acciaieria che emette nell’aria polveri sottili altamente inquinanti.
Intorno a lei l’affetto disperato e amplificato alla massima potenza della madre Nanà. Una mater dolorosa secondo lo schema proprio delle fiction della Ferilli. Una madre che grida, piange, implora al capezzale della figlia il suo risveglio. Anche il titolo infatti contiene un richiamo subliminale alla sofferenza e alla speranza: Svegliati amore mio.
La puntata d’esordio ha già rivelato una fragilità nella sceneggiatura e nella scrittura che appaiono fin troppo scontate nel susseguirsi degli eventi.
Gli altri personaggi
Per rendere ancora più emozionante la storia raccontata vi sono state inserite anche delle atmosfere che evocano la serie cult di Rai 1 Braccialetti Rossi. Infatti si affronta la malattia dei bambini ed anche qui si punta l’attenzione sulla solidarietà tra piccoli malati. Avviene quando Sara conosce il coetaneo Lorenzo e tutto fa pensare a quanto accadeva proprio a Braccialetti Rossi.
Da sottolineare inoltre la presenza di Francesco Arca nel ruolo di un ex corteggiatore di Nanà. Un uomo disposto a tutto pur di riottenere la donna perduta 20 anni prima.
Anche qui sono state evocate atmosfere di un’altra serie televisiva. Parliamo questa volta de La vita promessa, andata in onda qualche anno fa sempre su Rai 1. Infatti Francesco Arca interpretava un personaggio in preda ad una folle passione per la protagonista a cui dava il volto Luisa Ranieri.
Da segnalare anche la recitazione degli altri personaggi tra cui Veruska Rossi che non sempre riesce ad inserirsi in una coralità recitativa accettabile. È come se i personaggi si fossero assuefatti ad un modo di esprimersi sempre uguale, nel bene, nel male, nella sofferenza e nella gioia.
Infine, per il problema dell’acciaieria sarebbe stato auspicabile almeno un riferimento alla città di Taranto, dove il dramma si continua a vivere nella realtà quotidiana.